Lorenzo Jovanotti: Gratitude, gli altri libri, la musica

D’accordo, Jovanotti è prima di tutto un uomo di musica. Una creatura mitologica, metà rapper e metà cantautore. Ha reinventato uno stile di far canzoni originale e di successo, partito alla fine degli anni Ottanta con gli slogan di DeeJay Television ("E’ qui la festa?") e proseguito poi in una mutazione inarrestabile negli album degli anni Novanta e in quelli recenti, accompagnati dalle trionfali tournée degli stadi. Ma a margine della grandiosa carriera discografica, Lorenzo Jovanotti si è sempre cimentato nella scrittura. Non solo per quanto riguarda i testi dei brani, peraltro sempre ricchi di riferimenti letterari (da Dante all’amatissimo Joseph Conrad) ma anche nei libri usciti a suo nome. Jovanotti aveva esordito come autore di libri proprio nel 1988 con l’oramai leggendario Yo, brothers and sisters. Siamo o non siamo un bel movimento? (Vallardi, introvabile). Dieci anni dopo Lorenzo sembra un'altra persona: è il momento dei diari di viaggi, fra Africa e Patagonia, raccolti in Il grande Boh! (Feltrinelli). Passano altri dieci anni, anzi undici, e Jovanotti pubblica un fantasioso La parrucca di Mozart, rivisitazione della biografia di herr Wolfgang Amadeus in forma di libretto d’opera (e per la prefazione viene scomodato un vero direttore d’orchestra, l’inglese Daniel Harding). Segue la pubblicazione del carteggio fra Jova e il filosofo Franco Bolelli Viva tutto! (frase con cui Lorenzo è solito concludere ogni email, ADD Editore). A questo punto, mancava solo l’autobiografia. Eccola qua: si chiama Gratitude ed esce per Einaudi. I fan più sfegatati ne avevano trovato un'edizione limitata nel megacofanetto di CD e DVD BackUp, ora fuori catalogo, ma era appunto una rarità riservata a pochi. Einaudi e il sig. Cherubini adesso propongono il titolo a tutti: Gratitude. E' ancora qui, la festa.