A partire dal terzo decennio del Quattrocento si sviluppò un nuovo clima culturale, che fece della committenza artistica una forma legittima, persino obbligata, di spesa. Questo indusse anche i cardinali meno abbienti e i principi o commercianti privi di spirito e senza pretese culturali a gettarsi nell'avventura artistica, a diventare quindi mecenati o quanto meno sembrare tali: un nuovo ordine di priorità, ancora impensabile all'inizio dello stesso secolo. Tema del presente volume è la nascita di questo nuovo clima. In una ventina di saggi vengono esaminati, tra l'altro, il passaggio dalla committenza collettiva a quella individuale, l'asincronismo tra Firenze, Roma, Venezia e altre città italiane, le figure di mecenati eccellenti come Giulio II e Leone X e le loro intenzioni e possibilità di acquisire influenza sulla creazione di opere d'arte. I casi scelti illustrano non solo le condizioni sociali ed economiche che favorirono particolarmente le committenze artistiche o i fattori politici che influirono direttamente sulla nascita di opere d'arte, ma, coniugando i punti di vista diversi e complementari di storici e storici dell'arte, danno inoltre nuove dimensioni al fenomeno della committenza artistica.