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Descrizione

Divisi da tremila anni di storia, l’antica Mesopotamia e il mondo d’oggi sembrano avere ben poco in comune. Eppure fra l’imperialismo di allora e quello odierno, sostiene lo storico Mario Liverani, uno dei maggiori studiosi del Vicino Oriente antico, si possono individuare sorprendenti analogie. A cominciare dall’idea di una "missione universale" che, ieri come ora, ha mascherato gli interessi materiali dietro più nobili intenti, quali il compito di portare a popoli arretrati una forma di governo migliore, un tenore di vita più elevato, istituti giuridici più moderni o la vera (e unica) fede. Attraverso un’intrigante comparazione, l’autore mostra come proprio nell’antica Assiria siano emersi per la prima volta alcuni tratti comuni a tutti gli imperi comparsi nel mondo, assiro e persiano, macedone e romano, fino a quelli della modernità. E allora non sorprende affatto che le dichiarazioni di Assurnasirpal II suonino alle nostre orecchie del tutto simili a quelle pronunciate da George W. Bush.

«Un fecondo, scintillante libro». La Stampa

Mario Liverani, professore emerito di Storia del Vicino Oriente antico all’Università di Roma La Sapienza, ha tenuto corsi in molte università americane ed europee. Ha collaborato e collabora a scavi in Siria (Ebla), in Turchia (Arslantepe) e in Libia (Acacus). Tra i suoi più recenti lavori ricordiamo: Antico Oriente. Storia società economia (2011); Immaginare Babele. Due secoli di studi sulla città orientale antica (2013).

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