2002. Sposato, ricco, ossessivamente dandy, il professor Nuvolani è un quarantenne di sinistra, intelligente e senza scrupoli. Capo di un gruppo di ricerca finanziato dall'industria informatica, è alle soglie di una grande scoperta: un computer ultraveloce che funziona non con i microchip, ma grazie alle molecole. Cadenzata da una progressiva ricapitolazione del passato e da una rapida progressione verso il futuro, l'avventura di Nuvolani disegna una parabola narrativa che parte dagli anni ottanta di Chernobyl e dalla grottesca formazione scientifica sessuale, politica e sentimentale del giovane studente, e arriva al 2009 passando attraverso l'esercizio di un inimitabile stile di vita, un'esibita promiscuità sessuale, e la messa a punto del Chemputer.
Il libro mi è piaciuto. Soprattutto la parte riguardante il passato , leggendo la quale mi sono tornati in mente i tempi dell'università , dei collegi e dell'appartenere ad un genere musicale nostro per fare della musica un momento di appartenenza e contemporaneamente di distinzione. Anche lo stile è scorrevole , i dialoghi verosimili. Inoltre mi ha dato quella voglia di ''vedere come va a finire'' che trovo sempre più rara , soprattutti nei libri dei nostri narratori. Inoltre ha il pregio di rendere ''avventuroso'' un mondo come quello della chimica e della fisica considerato da me finora come troppo tecnico e noioso.
Andrea Tellan - 10/07/2006 18:26