Bambini di ferro Solo per i Soci Bookclub. Scopri

Descrizione

In un futuro imprecisato, in Giappone, l’orfana Sumiko viene accolta in un istituto. È stata trovata sporca, denutrita e, quel che è peggio, incapace di reagire agli stimoli: il suo sguardo è fisso, l’espressione vuota. È proprio questo ad attirare un’assistente dell’istituto, Ÿuki, che in lei rivede una parte della sua infanzia.

Sottratta a genitori considerati inadatti, Ÿuki è stata allevata (insieme a tanti altri) da un’Unità Materna Sintetica per farne un individuo sano e "funzionale". Ma il sabotaggio dei robot a opera di alcuni hacker aveva trasformato i bambini coinvolti nel programma in issendai: "bambini di ferro", senza emozioni, ritenuti pericolosi e per questo internati nell’istituto. Ÿuki è una di loro, eppure grazie a Sumiko comincia a "sentire": sarà l’accesso a un mondo più umano - ma non meno doloroso - dentro la società alienata in cui vive.

Hi-tech e atmosfere claustrofobiche s’intrecciano in un’opera originale, che riflette su temi come la maternità, la spiritualità e l’impatto della tecnologia sulla nostra vita.

«Artefice di una scrittura di levigatissima modernità». Il Giorno

«Ci si appassiona a Ÿuki e alla sua cruda malinconia sintetica». La Lettura

Viola di Grado (1987) e l’autrice di Settanta Acrilico Trenta Lana (2011) - vincitore del premio Campiello Opera Prima, del premio Rapallo Carige Opera Prima e finalista all’IMPAC Dublin Literary Award - e di Cuore Cavo (2013), finalista al PEN Literary Award. Ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in Filosofia e dell’Asia orientale. I suoi libri sono tradotti in otto Paesi.

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