Che cosa vuol dire oggi sentirsi cittadini delle nostre città nelle quali persiste una forte dialettica tra un passato monumentale, fortemente caratterizzato, e un futuro sempre più rivolto all'uniformazione europea? Bologna ha sempre avuto una doppia vocazione: da un lato il senso del luogo, la sua dimensione raccolta, dall'altro lo spazio internazionale del sapere rappresentato dall'antica università. Questo rapporto tra localismo e dimensione globale, così attuale e che ne fa una città viva e moderna, "città perfetta" secondo Hulme, è una caratteristica della sua identità. Bologna riesce a confrontarsi con i nuovi compiti del produrre del comunicare attraverso una propria sigla e una propria specificità "ma il passato - sostiene Raimondi - non è una tutela a una sfida: forse uno specchio insidioso, come il teatro, di ciò che vuol essere il presente, alla vigilia di una comunità europea che non può ignorare il destino di altri uomini e di altri stili di vita". Il problema non è di negare o riaffermare la tradizione - e nel libro risulta evidente grazie alle ricostruzioni e alle riflessioni sui luoghi, sui personaggi, sulla storia e sull'attualità - ma di ricomporla come un grande flusso di forze.