Calci al vento

Vendrame ti spiazza sulla pagina come dribblava gli avversari sul campo. In un turbinio di personaggi spassosi e struggenti, di episodi imprevedibili e scapestrati, emerge il ritratto di un uomo da sempre incapace di piegarsi alla banalità, di contenere gli slanci per evitare cadute, di trovare un equilibrio nel sentire, nel prendere, nel darsi. A ritmo serrato si dipanano ricordi d'infanzia, la tortura del taglio dei capelli in collegio, il primo amore e la prima delusione, o legati al mondo del calcio, come le domeniche passate in panchina, da ragazzino, per lasciare il posto in campo ai figli dei ricchi, o la tentazione di rubare a Zoff, suo compagno all'Udinese, i soldi per potersi pagare il viaggio a casa durante le vacanze pasquali. Episodi spassosi, come l'incontro tra l'amico fraterno Piero Ciampi e un sorridente mago Silvan alle prime armi, si alternano a ritratti commossi, quello del nonno Antonio o del vecchio Guerrino, o ironici, tra cui quello di un compagno del Padova devotissimo a padre Pio e bersaglio dello spirito vendicativo di sant'Antonio. Modulato sulle corde del male di vivere ma capace di offrire squarci di incredibile leggerezza e radiosità, "Calci al vento" è lo specchio, spesso spietato, di un anima innamorata della vita ma esposta ai suoi graffi perché "nata sguarnita".

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