Calle de la Pietà + Agnus Dei (DVD)

Due film manifesto di una poetica non ingabbiata dai generi, alla frontiera fra cinema del reale e cinema di finzione. L'uno, 'Calle della Pietà' (2010), sull'ultimo giorno del pittore Tiziano, colto dalla morte a Venezia mentre dipinge con la sua amata modella, più giovane di lui: l'altro, 'Agnus Dei' (2012), sulla volontà espressa in punto di morte da un uomo alla figlia: realizzare un film su un torto mai svelato, un abuso subito da ragazzino da parte di un monaco del collegio. Film che partono dal limbo della parola resuscitata, esili memorie di chi lascia per chi resta. Doni imprevisti, giganteschi, avventurosi che godono sempre di una musa ispiratrice. In entrambi i casi un cinema dai tempi posati, lontano da estetiche di pronto consumo e levigato da inquadrature scolpite nella luce, dalla luce. Due film saggio sull'arte come urgenza espressiva, come demone che nutre. Congiuntamente pulsione oculare e possibilità salvifica. Dunque opere magiche, di un cinema invisibile che finalmente appare ed accetta il passaggio dall'appartarsi più ombroso al racconto corale, per tutti. Piccole epifanie esterne al brusio delle grandi comunicazioni, lontane dai miti del tempo reale. Film indipendenti e dal controllo intimo, preciso su ogni dettaglio. Cibo per gli occhi e per la mente, cucinato in tempi lunghi, con gesti e sguardi in levare. Un cinema biologico, scandito dal respiro della terra e dall'esile soffio della vita. Come per l'occhio, inquieto, che lacrimando la trafigge

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