Dopo aver raccontato, nelle "Ceneri di Angela", la sua infanzia "infelice, irlandese e cattolica" come il più atroce e ilare dei mondi possibili, McCourt ci trasporta qui nell'America del secondo dopoguerra. E precisamente in una New York proletaria, dove fra case di mattoni rossi, pub di emigrati irlandesi e banchine ingombre di merci, con la quinta lontana e irraggiungibile di Manhattan, Frankie si trova a percorrere, passo dopo passo, un faticosissimo apprendistato.
commovente e divertente come le ceneri di angela
e poi scrive da Dio.
non si può smettere di leggerlo quasi tutto d'un fiato. davvero ti fa capire le difficoltà di alcuni emigranti. alcuni perché naturalmente anche tra i suoi connazionali c'erano dei personaggi. quindi è importante non generalizzare e dare opportunità a chi le merita.
adoro questo scrittore
Che paese, l'America
Anonimo - 28/05/2003 11:33
5/
5
L'ho letto appena uscito piu' di due anni fa e ancora lo ricordo come uno dei libri PIU' BELLI E COMPLETI che abbia mai letto. Non so se abbia avuto tanto favore tra il pubblico, ma merita di essere letto:commovente, divertente, fa riflettere sulle difficolta'degli emigranti di tutte le epoche e in piu', in certi punti, è veramente spassoso.
daniela tugnolo - 24/01/2007 13:26
Anonimo - 28/05/2003 11:33