Quella di Caterina è la storia vera di una bambina cresciuta, negli anni Settanta, in un'Italia a due velocità: quella dei normali e quella dei suoi genitori. La vecchia Italia dei nonni, che comprano la casa alla figlia e insistono perché si sposi in chiesa, contro quella dei giovani per i quali la famiglia è una superata istituzione borghese e ogni energia deve essere destinata alla causa della Rivoluzione. Caterina - e come lei molti altri bambini d'allora - è stata cullata da Bandiera Rossa, ha imparato ad allacciarsi le scarpe nella sede di Lotta Continua, è il prodotto imperfetto della controcultura, delle barricate, dell'utopia movimentista. Il suo sogno: allontanarsi dall'anticonformismo a tutti i costi dei suoi genitori e conquistarsi il diritto alla normalità. Il suo è il libro agrodolce, ironico ma spietato che spiega una volta per tutte quanto sia stato difficile - per un'intera generazione - diventare grandi nonostante il '68.