Le democrazie moderne soffrono di una crisi di partecipazione. Società e politica parlano poco e male, il cittadino medio è affetto da cronico disimpegno, la popolarità di partiti e sindacati non è mai stata così bassa. Tuttavia lo scollamento in atto nelle società globalizzate non si traduce sempre e soltanto in un apatico riflusso dell'individuo nel privato. Stanno emergendo nuove forme di presa di responsabilità e impegno, che hanno nello stile di consumo e nell'uso responsabile del denaro un elemento caratterizzante. Segnato da problematiche come l'insicurezza alimentare, la sostenibilità sociale e ambientale dello sviluppo, il rispetto dei diritti umani e la crisi dello stato-nazione, lo scenario postmoderno spinge l'attivismo a confrontarsi con target nuovi, come le imprese multinazionali o le organizzazioni internazionali, e a esprimersi in arene inedite, tra cui lo spazio tra solidarietà e (super)mercato. Sollecita, inoltre, stili di partecipazione di tipo innovativo, dove la dimensione personale e quotidiana appare centrale: si tratta di iniziative che riproducono la logica della rete, si sviluppano al di fuori delle organizzazioni burocratizzate della delega politica e adottano uno schema di impegno individualizzato, ma al tempo stesso dalla forte valenza collettiva.