Nel concerto dei paesi avanzati, l'Italia e la sua economia suonano in controtempo da molti anni. All'avanzare della globalizzazione, noi restiamo attardati in una specializzazione del lavoro da paese sottosviluppato; mentre gli altri sfruttano la rivoluzione tecnologica, noi stentiamo a mantenere l'efficienza e il tenore di vita medi; di fronte al progredire nei mondo della liberalizzazione e della privatizzazione noi indugiamo neghittosi; dello sviluppo della finanza innovativa non cogliamo gli aspetti che più servirebbero a far evolvere l'assetto proprietario e dimensionale delle nostre imprese. Il sopravvenire della crisi complica la prognosi del malato Italia. Salvatore Rossi fa un passo indietro rispetto alle urgenze della recessione e si concentra sull'enigma dell'ultimo quindicennio. Perché farlo, piuttosto che concentrarsi sull'oggi? Perché questa crisi planetaria, così violenta, così onnicomprensiva, rimescolerà tutte la carte del gioco competitivo mondiale.