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L'umanità ha storicamente prodotto molteplici immagini e rappresentazioni del corpo umano, del suo funzionamento, del suo posto nella natura e nell'universo. I cambiamenti che vanno dagli spellati e dagli scheletri di Andrea Vesalio nel "De humani corporis fabrica", in pieno Cinquecento, fino agli omini dei cartoni animati che 'spiegano' ai bambini d'oggi il funzionamento del corpo umano, possono essere considerati parte della storia dell'immagine del corpo. O perlomeno si tratta di due esempi fra i tanti che si potrebbero addurre per motivare la domanda: il corpo ha una storia? Altre immagini ed altri esempi separati non sempre da secoli, ma anche dalle distanze culturali fra diversi gruppi sociali, oppure da cambiamenti di mentalità che si insinuano lentamente, ma talvolta bruscamente, nelle percezioni collettive della fisicità umana possono invece far riflettere sulla molteplicità dei percorsi che hanno portato a diverse rapprentazioni del corpo.
Ben prima di Vesalio, Leonardo disegnava feti raggomitolati ma a distanza di più di un secolo molti testi medici riportano ancora disegni fantastici e inverosimili di feti racchiusi nell'utero; se da queste riproduzioni si passa poi alle immagini fetali che oggi una futura mamma può vedere nel monitor di un computer, ci si può chiedere quanto sia cambiata -attraverso i secoli, nelle diverse forme di pensiero, nei prodotti culturali, nelle rappresentazioni - la percezione della nostra umana corporeità.
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