La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l'assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev'essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande, ma i grandi rispondono in modo evasivo, per non dire irritato. Tutti o quasi: perché nei disegni della maestra Emanuela, nella solitudine del vecchio Almon, che una volta faceva il pescatore nel fiume e aveva un cane fedele, nei gesti tristi della fornaia, che sparge invano briciole di pane all'aria, qualcosa di strano s'intende. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco, e una triste verità. "D'un tratto nel folto del bosco" è una storia, anzi una favola. Amos Oz racconta di un paese stregato, senza nome e senza animali. Lo fa con la sua consueta maestria nel descrivere voci e silenzi, paesaggi e umori dell'animo. Il segreto del villaggio è racchiuso in una storia struggente e in immagini di grande effetto, per piccini e grandi. E una morale triste, inconsueta, in cui gli animali, pur se assenti, insegnano agli uomini a parlare una lingua in cui nessuno si sente beffato, diverso. Perché la lingua degli animali ha tante parole, ma nemmeno una che sia capace di esprimere il distacco e l'esclusione. Anche se hai sempre il moccio al naso, i denti in fuori e uno strano morbo che si chiama nitrillo. Provate a pensare a questa realtà da incubo: una vita senza creature viventi a parte le persone. Né cani, né gatti, né mucche, né api, né mosche, né uccelli, né pesci nel fiume. "D'un tratto nel folto del bosco" è una favola che affronta le cose più semplici al mondo: crudeltà e compassione, perdita e ricerca, menzogna e verità, paura, speranza e desiderio.
BELLO!!! E' il primo libro che leggo di questo scrittore. Mi è piaciuta molto questa favola fino alla fine in suspence.
Davvero bello
D'un tratto nel folto del bosco
Andrea B. - 17/06/2007 22:15
1/
5
Il primo libro di Amos Oz che leggo... e forse anche l'ultimo. Vabbé che si tratta di una favola per bambini, ma diamine, un po' più di ritmo e di originalità! Un libro noioso, prevedibile, ripetitivo, inutile... ottimo come sonnifero. Non leggetelo!
D'un tratto nel folto del bosco
MISS - 14/03/2007 17:55
2/
5
NEL LIBRO LO SCRITTORE NARRA LA STORIA DI UN VILLAGGIO MALEDETTO,CIRCONDATO DA UN FOLTO BOSCO, SENZA ANIMALI. GLI ADULTI NON PARLANO MOLTO AI PROPRI FIGLI DEL MOTIVO DELL'ASSENZA DI QUESTI E SE NE GIUSTIFCANO AMMONENDO LA LORO INESISTENZA,PERCHè IN FIN DEI CONTI SI SENTONO COLPEVOLI DI QUELLO CHE è ACCADUTO.DUE BAMBINI CORAGGIOSI, MATI E MAYA, DECIDONO DI ANDARE NEL BOSCO ALLA RICERCA DI UN PERCHè...
Anonimo - 26/06/2007 11:22
Andrea B. - 17/06/2007 22:15
MISS - 14/03/2007 17:55