Questo libro racconta una storia che avrebbe potuto ispirare anche un Loach in bianco e nero. E la storia di un gruppo di operai torinesi, licenziati negli anni '50 per rappresaglia politico sindacale dalla Fiat, che si ricompatta in una piccola officina gestita da uno di loro, Domenico Lopizzo, caposquadra dell'officina 30 di Mirafiori, licenziato in seguito alla partecipazione allo sciopero del 19 gennaio 1953 contro la cosidetta "legge truffa". Donato Antoniello, 1955, pugliese, si trasferisce a Torino, nel quartiere Mirafiori, diplomato in ragioneria e poi, come studente lavoratore, si laurea con una tesi in storia sociale. Da sempre si è occupato di tematiche politico sindacali, da sempre appassionato studioso dei senza storia.
E' una storia di senza storia, persone che hanno provato a modificare la società e hanno lottato per un riscatto della classe operaia e per l'egemonia operaia di mestiere in fabbrica. Storia di un gruppo di operai metalmeccanici torinesi gramsciani che vengono licenziati negli anni '50 dalla Fiat Mirafiori per rappresaglia politica e sindacale e che si ricompatta in una piccola officina messa in piedi e gestita da uno di loro, Domenico Lopizzo, un caposquadra dell'officina 30 di Mirafiori licenziato in seguito alla sua partecipazione allo sciopero del 19 gennaio 1953 contro la "Legge Truffa". Lopizzo allestisce questa piccola azienda, la SALL (Stampi Attrezzi Lavorazione Lamiera), con mezzi di fortuna e con il contributo degli operai FIAT che aveva avuto come collaboratori e che, dopo l'orario di lavoro prestavano gratuitamente la loro opera. Dopo le difficoltà iniziali la SALL arriverà a contare una ventina di operai, quasi tutti licenziati per rappresaglia dalla FIAT e crescerà poco a poco fornendo i propri prodotti alla stessa FIAT.
La peculiarità di questa azienda, le figure operaie che vi lavorano, la loro storia individuale strettamente legata a quella collettiva del nostro paese, l'impegno sindacale e politico dalla Resistenza alla Liberazione, dalla fabbrica al licenziamento e alla SALL sono gli elementi di una esperienza straordinaria e preziosa che andava raccontata cogliendola dalla viva voce dei protagonisti. E' un libro che ogni sezione sindacale dovrebbe avere e al quale riferirsi. E' una storia "orale".
Anonimo - 29/01/2001 00:00
E' una storia di senza storia, persone che hanno provato a modificare la società e hanno lottato per un riscatto della classe operaia e per l'egemonia operaia di mestiere in fabbrica. Storia di un gruppo di operai metalmeccanici torinesi gramsciani che vengono licenziati negli anni '50 dalla Fiat Mirafiori per rappresaglia politica e sindacale e che si ricompatta in una piccola officina messa in piedi e gestita da uno di loro, Domenico Lopizzo, un caposquadra dell'officina 30 di Mirafiori licenziato in seguito alla sua partecipazione allo sciopero del 19 gennaio 1953 contro la "Legge Truffa". Lopizzo allestisce questa piccola azienda, la SALL (Stampi Attrezzi Lavorazione Lamiera), con mezzi di fortuna e con il contributo degli operai FIAT che aveva avuto come collaboratori e che, dopo l'orario di lavoro prestavano gratuitamente la loro opera. Dopo le difficoltà iniziali la SALL arriverà a contare una ventina di operai, quasi tutti licenziati per rappresaglia dalla FIAT e crescerà poco a poco fornendo i propri prodotti alla stessa FIAT. La peculiarità di questa azienda, le figure operaie che vi lavorano, la loro storia individuale strettamente legata a quella collettiva del nostro paese, l'impegno sindacale e politico dalla Resistenza alla Liberazione, dalla fabbrica al licenziamento e alla SALL sono gli elementi di una esperienza straordinaria e preziosa che andava raccontata cogliendola dalla viva voce dei protagonisti. E' un libro che ogni sezione sindacale dovrebbe avere e al quale riferirsi. E' una storia "orale".