Gli aborigeni la chiamavano Kabbarli, la "Nonna", ed erano sicuri che non li avrebbe mai abbandonati, mentre per la sua gente non era che un'eccentrica. La sua vita è leggenda, ma seguirne lo svolgimento anno dopo anno è impossibile. Julia Blackburn concentra le sue ricerche sui trent'anni che, a partire dal 1913, Daisy Bates trascorse sotto una tenda in località dai nomi avventurosi. Compie un viaggio in Australia con tutta la famiglia, interroga testimoni, legge diari e articoli, insegue i pensieri che Daisy affidò a migliaia di brandelli di carta cuciti insieme a formare rozzi quaderni. Non resta molto: l'unico libro pubblicato dalla Bates non fornisce risposte. L'autrice sceglie così di prestare la propria voce alla leggenda.