Che cosa nasconde il bizzarro e concitato comportamento di Stanislaus Demba nelle dodici ore di una fatale giornata di inizio secolo? Quale colpa, quale paura lo mette in fuga attraverso le stazioni di un itinerario tormentoso e funambolico per le strade di Vienna? Fra i nove rintocchi del mattino e i nove battuti dalla campana della sera si consuma l'odissea dell'uomo braccato nel labirinto della città e delle proprie paure. "Dalle nove alle nove" è stato pubblicato per la prima volta nel 1918.
Stanislaus Demba sembra affetto da una forma di schizofrenia paranoide. Vive la sua vita immerso in un'ossessione amorosa ai danni della povera Sonja. Si comporta come se la sua mente fosse mutilata da quei codici comportamentali che semplificano e normalizzano la socializzazione tra simili. Vienna, algida metropoli mitteleuropea, è teatro di una bizzarra e strampalata vicenda nella quale le azioni in apparenza compulsive e illogiche di Demba costituiscono il fulcro o il finto fulcro narrativo di Leo Perutz.
La prima metà della storia è un capolavoro di dissimulazione, magistrale gioco di specchi dietro al quale si nasconde il movente, l'origine da cui nasce l'intera ideazione narrativa. E' come trovarsi di fronte ad un quadro coperto da un velo che non ci consente di esaminare appieno e dare un senso compiuto all'intera opera. Tolto il drappo, decriptato il mistero, la mente del lettore viene catapultata in una geniale reinterpretazione del testo appena letto, in una corsa memonica nel dare una risposta alle schizofreniche azioni fino a quel momento compiute dallo strabiliante Stanislaus, ottenendo in questo modo una notevole partecipazione alla visione del mondo dello stesso.
Non è mutilata la sua mente, non ha un deficit mentale così grave che non gli consenta di adattarsi alla realtà che lo circonda. No, è semplicemente una costrizione artificiale, manette alle mani, che gli impedisce di misurarsi con gli altri in uno stato di uguaglianza. In questa condizione coatta e in perenne fuga dall'autorità misurerà le sue capacità di sopravvivenza e la sua determinazione nell'ottenere quei soldi che potrebbero garantirgli un futuro, se pur breve (un viaggio), con la recalcitrante Sonja, oggetto di attenzione da parte di un nuovo spasimante, fondamento della lucida follia del protagonista. L'intero impianto e la prosa eccellente consentono a chi si avvicina a questo libro una sola cosa: iniziare a leggere e non fare altro fino all'arrivo dell'ultima pagina.
Dalle nove alle nove
Gabri - 07/02/2004 23:05
4/
5
Chi l' avrebbe mai detto che uno scrittore della fine ottocento morto a metà del nostro secolo fosse così attuale?
Quando il mio negozio di fiducia mi ha proposto Perutz sono rimasta un pò perplessa in quanto avevo i miei dubbi su uno scrittore di quel periodo, dei dubbi sullo stile magari pesante e su argomenti fantasy, un genere che poco mi attraeva e che sapevo essere tipico dell'autore.
Invece con sorpresa ho scoperto un grande Perutz, magari poco conosciuto al grande pubblico che è più interessato alle grandi pile dei negozi di libri dove ci sono gli autori più gettonati del momento.
Lo scrittore in effetti è uno di quelli che rimangono nascosti ma che regalano a chi li trova grandi emozioni e una piacevole serata.
''Dalle nove alle nove'' è il titolo di questo bel romanzo che si svolge nella Vienna di inizio secolo.
Il protagonista Stanislaus Demba giovane studente che si agita per le strade dalla sua città e che in dodici ore affronta situazioni sempre più complicate per risolvere un problema che l 'autore ci rivela ben a metà del libro e quindi ci fa vivere una tensione che si avverte dalla prima pagina con il comportamento angosciato ed enigmatico del protagonista.
Una bella favola che può essre sicuramente anche dei giorni nostri, uno stile scorrevole e ritmato che rapisce il lettore come se si trattasse di una spy story delle più moderne.
Non mi resta che leggere il suo capolavoro ''Il cavaliere svedese''.
Anonimo - 21/04/2010 11:03
Gabri - 07/02/2004 23:05