Decano degli junghiani italiani, Mario Trevi è uno psicoanalista che non ha mai smesso di interrogarsi sulla natura del suo sapere e del suo lavoro, né di collocare questo lavoro su uno sfondo culturale ampio, libero da rigide appartenenze di scuola o da tentazioni dogmatiche. In questo libro, rispondendo alle sollecitazioni e alle curiosità di un giovane aspirante analista, accetta per la prima volta di spiegare con linguaggio accessibile e del tutto privo di tecnicismi che cos'è per lui la psicoterapia, quali sono i suoi metodi, i suoi obiettivi e le sue difficoltà, quali i criteri per valutare il successo o l'insuccesso di un intervento terapeutico. Al centro della sua visione c'è il concetto di dialogo, vera e propria chiave di volta della relazione terapeutica, che il buon analista deve essere in grado di praticare facendo ricorso alle sue migliori doti di empatia, attenzione, pazienza. "Penso che una psicoterapia che consista innanzitutto nella relazione dialogica non debba mai imporre verità ma sempre proporre modelli interpretativi utili in una particolare circostanza del dialogo. È in questo senso che lo psicoterapeuta esercita quel rispetto del paziente che è implicito nel concetto di dialogo."