Che sia chiaro: la protagonista di questa storia non è la solita principessa delle fiabe. Non è né magra né alta, e neppure bella da far girare la testa. E poi con la gente è spesso intrattabile, dura e spigolosa, proprio come il suo nome, Rebecca. Per lei non ci sono castelli incantati, fatine o scarpette di cristallo, ma un monolocale umido in un condominio chiassoso, e lunghe serate passate in solitudine a guardare serie tv, con in grembo un gatto birmano e nella testa una valchiria-grillo parlante che la sprona a non darsi mai per vinta. Le cose cambiano, però, il giorno in cui Rebecca inizia a lavorare come portinaia in un bel palazzo nel centro di Milano. Qui, nonostante la sua avversione per i rapporti umani, la sua vita si intreccia con quella di alcuni condomini: un settantenne stravagante, ostinatamente aggrappato al ricordo della moglie, una giovane donna devota a un marito che la tradisce neanche tanto di nascosto e una ragazza stregata da un uomo freddo e calcolatore. Tutte fiabe d'amore, e tutte imperfette, come imperfetta è la vita di Rebecca, che ha smesso di credere al "vissero per sempre felici e contenti" nell'istante in cui il suo principe azzurro, anziché salvarla e poi giurarle amore eterno, l'ha mollata senza troppe spiegazioni a un binario della stazione. Ma chissà che Rebecca non scopra, anche grazie ai suoi nuovi amici, che proprio nell'imperfezione si nasconde il segreto per trovare qualche momento di vera felicità...
Seguo la pagina su Facebook 'Distorted Fables' da quando ancora non si conosceva il nome reale dell'autrice. Mi sono sempre chiesta quando avrebbe pubblicato un libro. Immaginavo una raccolta di suoi post, che spesso hanno fatto sorridere, per la sua forte ironia e soprattutto veridicità. Deborah Simeone scrive con le parole di ognuna di noi, scrive tutte quelle parole che ognuna di noi sente dentro, e con questo libro è come se avesse realizzato un po' anche il nostro desiderio di averla su carta, di dedicarci una storia. E' di facile lettura, è una storia che scorre bene dall'inizio alla fine, la presenza di Crimilde crea uno stacco temporale dove c'è tanto di Deborah ed è secondo me il personaggio che più l'ha impegnata e chissà se nella storia iniziale già c'era. Ma ciò dimostra come a volte bisogna avere tanto e troppo coraggio di tentare in una nuova storia, per un'autrice nuova, un personaggio così complesso da inserire in un contesto così quotidiano, uno spaccato psicologico forte e quasi palpabile. Con questo libro ti senti Rebecca, entri nel suo mondo, vivi come lei, i personaggi li vedi, quasi senti l'odore di Glauco e i capelli di Beatrice.
Sono ben felice di dare 5 stelle a questo libro, sperando che possa dare un piccolo contributo alla sua crescita professionale, alla pubblicazione di altre storie oppure perché no, magari leggerla in qualche sua rubrica. C'è bisogno di aria fresca, di un lieve sorriso e di poterla leggere ancora.
Distorted fables
Francesca Delpero - 06/04/2017 12:07
5/
5
Il 21 Marzo ho chiamato le librerie che preferisco della mia città e ho chiesto di fermare questo libro, visto da quanto tempo seguo Deborah su Facebook. Mi sono chiesta per un po', mentre aspettavo l'uscita, di cosa avrebbe mai parlato questo libro: dopo anni a seguire monologhi online, un libro poteva essere difficile da immaginare, visto che non sarebbe iniziato e concluso in poche righe come gli scritti su una pagina facebook. Così ho aperto il libro un po' incerta, ma in poco tempo mi sono ritrovata in una portineria, a casa di Beatrice, davanti a Glauco e a scrivere con Dante. Il personaggio di Crimilde è molto particolare, ci ho messo un po' a trovarmi a mio agio con questa voce nella testa di Rebecca che tenta di scuoterla e farla tornare alla realtà, di ritrovare il carattere e la forza che ha perduto, ma, una volta compreso a pieno il ruolo, diventa forse il personaggio più interessante. Il libro scorre facilmente, l'ironia di Deborah (che sono stata felice di vedere presente, speravo non mancasse!) diverte e allo stesso tempo si mischia con un severo realismo che fa riflettere.
Questa è una storia diversa dalle altre, è fatta della vita normale di tutti giorni, delle persone che incontriamo, con cui ci leghiamo e con cui vediamo i nostri difetti emergere, è una storia con un lieto fine, ma un lieto fine con i suoi angoli da smussare, perché ha le sue sofferenze. Questa è la storia per chi vuole ritrovarsi davvero in un libro e non cercare la favola.
"Quella sera ero uscita dal mio castello, e nel mondo fuori si potevano incontrare sia mostri che principi. Quello che non immaginavo era che esistessero anche i narratori, così normali ed equilibrati."
Chiudo con il mio pezzo preferito che dà spazio alle persone che non vogliono gli incendi di un giorno, ma storie tranquille, fatte di narratori.
Bravissima Deborah.
valentinalagnese - 27/06/2017 11:53
Francesca Delpero - 06/04/2017 12:07