La vicenda in qualche modo "locale" dell'architetto Taboni, che all'inizio potrebbe far pensare a un rigurgito di provincialismo bozzettistico, lascia invece il passo a una tragicommedia umana di dimensione assoluta, capace di inquadrare la nostra società ottusa e opportunista quando non malavitosa in maniera impeccabile. Nel dirimere le questioni narrate, l'autore lancia un occhio a Camilleri e, insieme, alla grande tradizione dei narratori siciliani che lo hanno preceduto.