L'arte dell''elé belé' è l'arte dell'emarginare, del fare gruppo a spese di chi ne è escluso, del fingere un'accoglienza che in realtà serve solo a tenere buono l'outsider. Ma cosa succede quando a impersonare il ruolo degli 'elé belé' sono i paesi del terzo mondo, o la pubblica opinione negli Stati cosiddetti avanzati, o le voci indipendenti delle Ong negli organismi internazionali? Episodi come la crisi economica in Asia orientale, i test nucleari in Asia meridionale e i conflitti in corso non fanno che sottolineare le profonde differenze, in termini di influenza e potere internazionali, tra i paesi del mondo. Il benessere dei cubani dipende dalle azioni del presidente degli Stati Uniti, che può impedire l'esportazione di beni da Cuba chiudendone i canali commerciali. Ma non è vero il contrario. E lo stesso squilibrio si ripete tra India e Sri Lanka, o tra Giappone e Corea. La guerra di Bush all'Iraq, è esempio del paradosso dell''elé belé': in quella che è considerata una democrazia matura la libertà di espressione è priva di influenza sul comportamento del governo. Questo volume raccoglie gli articoli pubblicati da Kaushik Basu dagli anni Novanta a oggi.