In quali terreni affondano le rivendicazioni dei diritti di libertà? Come iniziò quel processo che portò gli studi sulla natura dalla magia e dalla religione al metodo scientifico? Attraverso quali percorsi si giunse alla dissoluzione del cristianesimo e del concetto di ortodossia teologica? Sono le domande alla base dell'indagine di Luca Addante su un movimento clandestino, il movimento valdesiano, sorto a Napoli all'ombra del magistero di Juan de Valdés, carismatico esule spagnolo già agente segreto dell'imperatore Carlo V. Districandosi in un mondo misterioso ed esoterico coperto da un rigido segreto, il libro segue un movimento eterodosso che ebbe un'eccezionale capacità di penetrazione in tutta la penisola, coinvolgendo potenti cardinali, gentildonne d'alto rango, raffinati umanisti, ma anche semplici preti e umili popolani. Dalla comune adesione alla dottrina della giustificazione per fede, cardine dell'attacco di Martin Lutero, si dipartirono itinerari intellettuali e religiosi differenti, che indussero alcuni valdesiani a dubitare della divinità di Cristo e della verginità della Madonna, della trinità e dell'autenticità dei Vangeli, dell'immortalità dell'anima e della creazione. Da queste premesse scaturì l'audacia di quanti si volsero allo studio di una natura indagata attraverso l'esperienza e la ragione, senza alcuna concessione a vincoli dogmatici di fede.