"Entità cosmica primordiale, principio animatore e ordinatore dell'universo, incarnazione della potenza dell'amore, tessitore di relazioni sociali, allegoria metaforica e religiosa: tutto questo è Eros nell'antichità classica. La centralità della sua figura nella cultura e nella società greca emerge chiaramente nella poesia e nelle arti figurative. Nell''Iliade' è descritto come un violento desiderio fisico, nella lirica arcaica da Saffo ad Anacreonte è visto come una forza invincibile, che porta alla felicità ma può anche distruggerla: così nei tragici e nella commedia antica, dove, seppure con modalità diverse, è messa in discussione proprio la sua smisurata potenza. Il ruolo di Eros quale principio che presiede alla generazione degli dei e del mondo emerge chiaramente già dalle più antiche teogonie. Esiodo, che lo definisce 'fra tutti gli immortali il più bello', lo nomina come una delle divinità protagoniste dell'origine del mondo: nato insieme alla Terra e uscito direttamente dal Caos primordiale, è grazie alla sua azione che ha luogo la genesi di tutte le future divinità e quindi la creazione del cosmo. La dimensione cosmica di Eros rimarrà centrale nel pensiero antico, attraendo anche le riflessioni dei massimi filosofi dell'antichità, fino a giungere al pensiero cristiano di cui, pur trasfigurato, è un perno fondamentale. Eppure, per quanto nominato e rappresentato innumerevoli volte, Eros è forse tra gli dei greci la figura meno chiaramente definita nella sua essenza divina". (Da "Eros, una forza cosmica") Testi di Marta Chiara Guerrieri.