Le favole, si sa, hanno il pregio e il difetto di non essere vere, e anche la favola di Ivan Providence Martini - il bimbo nato a bordo di una nave, in una notte di burrasca, da una misteriosa madre morta durante il parto, e diventato calciatore di rango capace di tentare imprese impossibili - non è vera. Tuttavia Claudio Pallottini, montando in Fair play una quantità di testimonianze di personaggi dell'epoca (da Tarcisio Burgnich a Paolo Maldini, da Francesco Totti alla regina d'Inghilterra) e recuperando da ogni dove documenti, interviste, verbali segreti delle federazioni calcistiche e quant'altro (tutto inventato, o quasi tutto, e tutto verosimile), ci restituisce il brivido di una storia che davvero, se fosse vera, ci farebbe tutti felici: quella di un ragazzo che - a volte cadendo, sempre rialzandosi - riesce a salvare la propria purezza tanto nel mondo ultracompetitivo, e non del tutto pulito, dello sport più popolare, quanto in quello complesso e imprevedibile dell'amore, luogo per eccellenza dove basta un niente per perdersi e perdere. Il racconto è affidato alla voce epica, commossa e umorale di padre Claudio, il sacerdote scolopio che lo educò al calcio e all'onestà, e inventò per lui una bellissima favola.
Tra Baricco e Benni, tra Novecento e La compagnia dei celestini, si colloca questo bel libro di Claudio Pallottini, un divertissement, che denota oltre all'amore per il calcio, una certa nostalgia per il gioco dei ragazzi nei campetti dell'oratorio, insieme al parroco, più spesso il viceparroco, più giovane, che al divertimento, abbina un'attività educativa, insegnando la lealtà, il comportamento rispettoso, lo spirito di squadra.
Impressionante come l'autore abbia illustrato 10 anni di calcio, non solo come risultati, cosa facilmente reperibile negli almanacchi, ma anche le polemiche, gli scontri nelle trasmissioni televisive, sui giornali, segno di un grande lavoro preparatorio. Non si esime neanche dal descrivere retroscena non proprio edificanti di quel mondo. E divertente è come lega personaggi reali ai suoi di fantasia.
Infine da sottolineare la figura del padre scolopio , che forse è più importante del giovane protagonista Ivan Providence Martini, di cui è la coscienza critica, oltre che consigliere; sarebbe interessante sapere quanto dell'autore o di qualche suo conoscente ci sia in questo personaggio. Un religioso testimone di un mondo minacciato dalla modernità, che alla fne lascia, però, la speranza che non tutto è finito, ma che si possa ricominciare, salvando il buono del passato.
vincenzo_c - 24/05/2021 14:57