Questo non è un libro di viaggio, né un libro di racconti, bensì un libro di storie incontrate e ricordate camminando. Ed è soprattutto l'avventura di un viaggiatore che trova il modo di raccontare se stesso con una sincerità totale: il proprio passato di alcolista, il fantasma cattivo di sé che lo assale alle spalle, le meschinità degli amori piccoli e grandi, le fobie, il sentirsi spaesati e fuori strada e una coazione costante alla fuga, dagli altri, dai luoghi per lui ancora senza memoria. Lo scrittore-viaggiatore si muove negli spazi urbani, nelle periferie, nelle campagne, lungo il Po e lungo l'Adriatico, concentratissimo e distratto, osservatore e sognante, libero e impedito. Chi ha apprezzato i precedenti libri di Giulio Mozzi, troverà qui uno scrittore diverso, spesso comico, a volte avventuroso, appassionato alla superficie delle cose: ciò che si può vedere, che è tutto ciò di cui possiamo avere davvero conoscenza.