Fiamme in paradiso

Karim, un giovane algerino, decide di lasciare il suo paese: i fermenti dell'integralismo religioso, i disordini, la perenne crisi politica sembrano sbarragli ogni futuro e la possibilità di sfruttare gli studi compiuti. La sua meta è l'Italia, un paese che ammira e che conosce attracerso l'arte e la letteratura, e che immagina più aperto e progredito dell'Algeria. Ma la realtà che lo attende è molto diversa. Una volta arrivato a Milano, i compatrioti che incontra gli rivelano quanto sia difficile per gli immigrati clandestini la vita nella metropoli, tra l'indifferenza della gente e l'ostilità della polizia. La delusione più grande Karim la prova nello scoprire che gli altri immigrati musulmani, che gravitano intorno al centro di aggregazione rappresentato dalla moschea, hanno un paese retrogrado, abitato da persone intolleranti e ciniche.
Le esperienze di Karim non sembrano smentire questa visione. Al tempo stesso, il protagonista percepisce la comunità islamica come un mondo chiuso, sospettoso di tutto ciò che è estraneo, attaccatta a regole rigide per lui irrazionali.
Respinto dalla città e osteggiato dai suoi stessi amici, Karim deciso a non lasciare l'Italia, inizia un lungo percorso in discesa fatto di lavori occasionali, notti all'addiaccio, fame e piccoli furti. Ma la sua ansia di vita e di esperienza, il suo bisogno d'amore non l'abbandonano, gli danno la forza di continuare una coraggiosa odissea che si concluderà in modo drammatico e inaspettato. Con questo romanzo Smari Abdel Malek getta uno sguardo inedito sulla realtà degli immigrati e sulle comunità islamiche in Italia, ossservandole dall'interno e tratteggiandole vividamente, al di là di pregiudizi e luoghi comuni.

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