"'Na vota mi capitò di vidiri 'na pillicola di Orson Welles nella quali c'era 'na scena che si svolgiva dintra a 'na càmmara fatta tutti di specchi e uno non accapiva cchiù indove s'attrovava, pirdiva il senso dell'orientamento' Mi pari che con noi vonno fari lo stisso 'ntifico joco".
In un deposito qualcuno ha messo una bomba. Sembra una storia di pizzo non pagato ma il magazzino era vuoto da tempo; e dunque? L'interesse di Montalbano & C. si concentra allora sugli abitanti della casa a fianco, un condominio abitato, tra l'altro, da alcuni pregiudicati: Carlo Nicotra, che gestisce lo spaccio di droga per conto dei potenti Sinagra, e Stefano Tallarita, attualmente in carcere, al servizio proprio di Nicotra.
A duecento metri dalla casa di Marinella c'è un altro villino, quasi uguale a quello di Montalbano. Per anni è stato vuoto ma ora sono andati ad abitarci i Lombardo. Lui, Adriano, è rappresentante di computer e perciò viaggia per tutta la Sicilia; la moglie Liliana, una bella torinese di 35 anni, lavora in un negozio di Montelusa. Una mattina la signora Lombardo rimane in panne e niente di più naturale per il vicino di casa Salvo Montalbano darle un passaggio. Quello dell'auto sembra un semplice guasto, ma il meccanico nota che il motore è stato manomesso.
Come sempre nei romanzi di Camilleri si incrociano due storie apparentemente distanti che però finiscono fatalmente per intersecarsi. E il legame tra le due vicende è il giovane Arturo Tallarita che fa il commesso proprio nello stesso negozio in cui lavora Liliana.
La vicinanza tra le due case a Marinella, la avvenenza di Liliana, la vicenda un po' oscura dell'automobile manomessa, la presenza di una misteriosa Volvo nella trazzera: tutto concorre a fare drizzare le antenne a Montalbano che per di più è molto attratto da Liliana che sembra fare proprio di tutto per imbastire una storia con il commissario.
In tutte queste vicende che vediamo scorrere apparentemente senza un delitto, senza un conflitto, c'è qualcosa che non funziona, una nota discordante. Come in un gioco di specchi qualcuno vuole confondere Montalbano: la bomba davanti al deposito, le lettere anonime che indirizzano verso piste improbabili, un proiettile nella carrozzeria della macchina dello stesso commissario.
Molto prima che si abbia sentore di un delitto, tutto sembra scorrere nel più normale dei modi: la vita al commissariato, il gioco del corteggiamento, le cene sulla verandina; è proprio in questa apparente normalità che sentiamo la tensione insinuarsi con una forza mai vista nei romanzi di Montalbano.
Nel diciottesimo romanzo della serie troviamo un Pasquano messo a dura prova ma più disponibile che mai, un Ragonese infido armato di tutta la sua potenza mediatica, un Catarella emozionato ma pronto a gettarsi nel fuoco per il suo commissario. Livia fa capolino ma solo al telefono, è forse per questo che Adelina la fa da padrona.
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 25/12/2021 12:16
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Il gioco degli specchi è un romanzo in cui Montalbano non è forse più se stesso, è confuso, è invecchiato, ma in fondo forse rimane il buon vecchio Montalbano di sempre. Vale la pena segnalare che questo è il primo giallo della serie che non si ispira a fatti di cronaca, ma che anzi li ha anticipati.
Fra letà che avanza e false piste, a questo giro il commissario deve trovare il legame fra due esplosioni apparentemente inspiegabili. Oltre alle bombe a orologeria ci si mette di mezzo anche una bomba sexy. donna in questione vuole usare in paese limmagine del commissario come specchietto per le allodole in modo da mascherare lidentità del suo vero amante.
Le operazioni di depistaggio che provano a confondere le acque dellindagine ricordano a Montalbano un film che vide di Orson Welles dove il protagonista finiva imprigionato in una sala di specchi. Fa gioco allora il dialogo introspettivo, non nuovo su queste pagine, fra Montalbano nummaro uno e Montalbano nummaro due: in un battibecco psicologico per la prima volta il commissario (allo specchio) prende atto dellanzianità incalzante.
In questo gioco di specchi loriginale (nel senso di letterario) commissario Montalbano, egli stesso riflesso più giovanile (e per questo distorto) del suo autore, così come è riflesso variabile del suo interprete televisivo (senza baffi), deve capire se lui stesso sia la versione più autentica di sé oppure lennesima variante dello stesso personaggio.
Persino il dialetto usato come lingua letteraria del resto è un riflesso di quello autentico siciliano (ma che grazie a Camilleri ha conquistato una dignità tutta propria). Il genere stesso, quello del giallo, si confonde ormai fra derive poliziesche e da commedia degli equivoci. Difficile dire dove sia la verità, soprattutto per un prodotto della cultura pop italiana come quello del commissario Montalbano, che oramai vive e resiste tanto più è lontano dalla sua fonte originaria...
Gioco degli specchi (Il)
area10aliceit - 24/05/2013 10:14
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Nell'appassionantissimo Il gioco degli specchi le vicende si rincorrono e le verità sfuggono come rimbalzando beffarde da uno specchio allaltro, gli episodi si rincorrono, i colpevoli della prima ora vengono scagionati e la verità emerge,passo dopo passo, soltanto nel finale.Dopo vari accadimenti non chiari(la bomba in un magazzino sgombro di merce,lettere anonime di depistaggio,un buco da proiettile nella portiera della "Tipo" di Salvo) e la presenza di una donna seduttrice che cerca-quasi riuscendoci-di incastrare Montalbano,si giunge alla risoluzione dell'intricata matassa.Due omicidi nel finale portono alla luce un intricato e squallido traffico di stupefacenti.La simpatica macchietta Catarella contribuisce alla risoluzione finale,dopo aver trovato,nascosta all'interno di un pc portatile,dei panetti di droga ed avvertendo il suo capo.Sempre straordinarie le ambientazioni: la macchia siciliana,i "supali",tipici del ragusano,le splendide spiagge,la cucina prelibata.
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 26/08/2011 12:01
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Premesso che Camilleri riesco ad aprezzarlo solo quando scrive di Montalbano, per chi non capisce il dialetto siciliano può sembrare difficile, ma a intuito le parole si capiscono tutte. Io, bene o male, conosco qualche parola e mi sono divertita a leggere anche questa storia. A prescindere dal fatto che, alla fine, il commissrio ha uno dei suoi "flash" e capisce al volo la situazione (scontato come anche in altri libri e in alcune fiction italiane, da Don Matteo ad altre) credo sia una delle migliori storie sfornate da Camilleri. Divertente, intrigante e con una trama "rigirata" molto bene per far capire quale sia il gioco degli specchi che dà il titolo al libro. Molto simpatici i dialoghi tra Mimì e Montalbano e con Fazio. Per non parlare di Adelina e della sua antipatia per Livia...E la storia molto molto intrecciata, che fa lavorare il cervello!
Soprattutto, molto convincente un Montalbano che è sempre più consapevole delle sue debolezze (anche "carnali") e una descrizione dei personaggi che porta quasi a incontrarli e a toccarli. E non dimentichiamo le mitiche ricette che Montalbano si gusta...degli arancini sembra quasi di sentirne il sapore!
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 17/08/2011 10:27
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Uno dei gialli di Montalbano più riusciti, la trama scorre bene e gli elementi si incastrano ottimamente.
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 12/08/2011 09:39
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Andrea Camilleri come al solito non delude le aspettative: sagace, intelligente, attuale, tiene il lettore incollato fino all'ultima pagina. I personaggi del commissariato sempre uguali e sempre diversi, simpatici con le loro umane debolezze si inseriscono in un campo di indagine terribilmente frequente e dilagante (mafia - politica - droga...) Per gli affezionati di Montalbano una vera perla.
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 09/08/2011 21:57
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NESSUNO TOCCHI CAMILLERI! di libro in libro ci ha insegnato il siciliano, passando dai primi "pizzini" "taliati" da Fazio, al più stretto siciliano che possa essere interpretato da una del basso nord (sono bolognese). Goldoni ci ha fatto conoscere il venexiano, Eduardo il napoletano, Trilussa il romano... e Camilleri il siciliano. OK grazie. maria Luisa
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 08/08/2011 09:38
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Il commissario più famoso d'Italia che divide e unisce i suoi estimatori,le descrizioni dei luoghi, delle pietanze e della famosa verandina della sua casa sono un marchio d'autore, un classico al pari della Porsche con macchine dalla linea sempre uguale ma sempre diversa;Montalbano piace perchè è un seduttore ma non uno stupido esteta che si mette in mostra,piace la sua intelligenza a scoppio ritardato che lo rende umano e simile ai suoi lettori, non è un super eroe e questo è il grosso o piccolo segreto di questo personaggio della provincia italiana apparentamente sonnacchiosa ma ricca di passioni e intrighi.
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 06/08/2011 09:21
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Montalbano non delude mai, nonostante gli anni che passano. Questo romanzo si legge tutto d'un fiato ed è un buon compagno per una sera d'estate. Il commissario suo malgrado si trova coinvolto nelle vicissitudini della sua vicina di casa una bellissima donna che non si fa scrupolo di niente fino a che... :). Bello!
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 30/07/2011 23:33
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Camilleri sta un po' deludendo.... la trama è sempre la stessa, due indagini che apparentemente sono parallele l'una all'altra ma poi il colpo di genio del commissario fa si che confluiscano in una sola. Comunque il personaggio di Montalbano è sempre grande e la cittadina di Vigata nei romanzi appare cosi affascinante che spero esista davvero... Vai Camilleri continua cosi e fa in modo che il commissario viva sempre!
Gioco degli specchi (Il)
Anonimo - 11/07/2011 16:39
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Montalbano sembra invecchiare, con le dovute proporzioni, di pari passo con il suo autore. Splendido e brillante come tutti i romanzi di Camilleri ambientati in quella Vigàta che è divenuta più reale di tante altre cittadine esistenti, ne ll gioco degli specchi si intravede la stanchezza del commissario, l'amarezza dell'età che avanza e una sorta di acuita lucidità. Che dire? Camilleri potrebbe scrivere anche l'elenco del telefono e sarebbe sempre una lettura di classe.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 25/12/2021 12:16
area10aliceit - 24/05/2013 10:14
Anonimo - 26/08/2011 12:01
Anonimo - 17/08/2011 10:27
Anonimo - 12/08/2011 09:39
Anonimo - 09/08/2011 21:57
Anonimo - 08/08/2011 09:38
Anonimo - 06/08/2011 09:21
Anonimo - 30/07/2011 23:33
Anonimo - 11/07/2011 16:39