Giovanni Guareschi lo ricordiamo per aver dato vita alle figure di Don Camillo, parroco della Bassa emiliana capace di un colloquio diretto con il Cristo dell'altar maggiore, spinto schietto al limite della scontrosità, sempre pronto a dar battaglia con Peppone, il sindaco comunista, il nemico-amico per eccellenza, ingaggiando irresistibili scontri che hanno conquistato milioni di lettori in più generazioni. Il papà di Don Camillo, dunque. Eppure Guareschi non è solo questo: giornalista, disegnatore, umorista, scrittore fecondo, fu corteggiato dalle diverse parti politiche nel corso di oltre trent'anni di storia d'Italia, difendendo sempre e comunque la propria autonomia e libertà d'espressione. La sua fama letteraria crebbe dopo la Guerra, quando fondò il "Candido", rivista settimanale indipendente, dalla quale prima appoggiò la monarchia, per poi passare a sostenere decisamente la Democrazia Cristiana, criticando il partito Comunista attraverso vignette satiriche e slogan che contribuirono alla crescita di un vero proprio immaginario collettivo.