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"Guarda l'uccellino" è una raccolta di quattordici racconti inediti, scritti quando Vonnegut era all'inizio di una carriera che lo avrebbe fatto diventare uno dei più popolari autori americani e aveva appena cominciato a trovare la sua voce. Quattordici racconti che, nel rispetto della sua regola numero uno: "Non sprecare il tempo del lettore", spaziano dal romantico al drammatico, dal giallo alla fantascienza. In comune hanno che sono tutti molto divertenti. Da "Confido", la storia di un tecnico di apparecchi acustici che inventa una macchinetta che ti capisce e alla quale puoi confidare i tuoi pensieri e sentirti meno solo, a "Gridalo dai tetti", dove una casalinga qualunque, moglie di un insegnante qualunque, scrive un bestseller che la fa diventare ricca ma le inimica i vicini e le rovina la vita. Oppure "Fubar", sigla che significa "incasinato oltre ogni limite": è questa la condizione umana dell'addetto alle pr di una grossa società, dimenticato nell'angolo di uno scantinato e lasciato là a intristire fino all'arrivo di nuova dattilografa-segretaria. E ancora: una parodia sul quoziente di intelligenza, confuso dai ragazzi di una scuola con il peso corporeo delle persone, o il racconto che ci svela che un tagliacarte non è affatto un tagliacarte ma una piccolissima astronave con a bordo sei microscopici passeggeri.
Strano che Kurt Vonnegut non abbia mai voluto pubblicare questi racconti: sono così curati, raffinati, con un finale sempre arguto e sorprendente, e in più incredibilmente divertenti.E' probabile che Vonnegut, allora agli inizi della sua carriera (siamo negli anni Cinquanta), si sia divertito molto a scriverli, sicuramente ora si diverte chi li legge. Satira, parodia, paradosso, arguzia, su questi cardini ruota il dinamico divertimento di queste brevi storie.
L'effetto di straniamento, di ilare disorientamento che spicca in questi racconti nasce dalla sua capacità di sorprendere con semplicità, di stupire con quotidiana noncuranza, stravolgendo le leggi del tempo e dello spazio (stravolgendo le consuetudini, quindi), prendendosi un po' gioco sia della fantascienza sia della detective story sia della realtà. D'altronde la vita quotidiana pullula di episodi grotteschi; basta osservarli, registrarli e raccontarli con spirito arguto e disincantato. E Vonnegut era un maestro in questo. I suoi personaggi sono sempre persone normali, semplici, puri di cuore che il suo stile stravagante ed eccentrico riesce a trasformare in 'eroi' che fanno fuori i cattivi nel modo pi semplice possibile, affermando il proprio diritto alla giustizia. Sembra facile, ma non lo affatto.
Non importa quale sarà il vostro stato d'animo (triste, annioato, irritabile, allegro ecc.) nel momento in cui leggerete questi racconti; in quel momento, dopo aver letto anche una sola di queste storie, sicuramente ritroverete il buon umore.
Antonio Strepparola
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