Chi erano i Kapo? Come venivano scelti? Quale posto occupavano nel perverso sistema concentrazionario? Detenuti politici o ladri recidivi, omosessuali o zingari: attraverso il racconto della vita e del comportamento di sei prigionieri-funzionari del lager di Auschwitz, Charles Liblau disegna un quadro vivido e necessario per comprendere le terribili procedure che regolavano i campi di sterminio. Figure sinistre e inquietanti, individui senza convinzione e di dubbia moralità, i Kapo erano scelti tra i deportati per controllare e 'governare' le squadre di lavoro e la vita nelle baracche, esercitando sugli altri internati un potere assoluto e, soprattutto, collaborando con le SS nell'opera sistematica di annientare i loro stessi compagni. Con uno stile sobrio che non cede mai alla retorica e all'iperbole, Liblau aggiunge una testimonianza fondamentale per conoscere meglio il ruolo svolto da una parte di quegli individui che abitano quella che Primo Levi ha definito la "zona grigia".