Staccarsi dal passato farà male? Silke ancora non lo sa, ma è stanca di Innsbruck: una città gelida e perfetta in cui il destino, ostaggio dell'abitudine, domato dalla disciplina e ammansito dalla ricchezza, se ne sta quasi sempre in letargo. Per vivere a pieno sceglie Marsiglia. Ha voglia di novità, di mare e di colori, e non importa se tutto questo comporterà mille sfide: Silke è finalmente pronta ad affrontarle. Ragazza, ma non ancora donna, rinuncerà al benessere della sua vita privilegiata per trasferirsi in un micro appartamento vicino al porto, lasciandosi alle spalle lo sfarzo della villa di famiglia e il soffocante controllo di genitori ossessionati dalle regole, ancorati alle tradizioni e devoti al culto della reputazione più che all'amore o alla verità. Fin dal primo istante, Marsiglia coinvolgerà Silke nel suo alveare di esistenze complicate, curandola dalla solitudine e accogliendola con una moltitudine che turba e spaventa, rallegra e commuove. Se a Innsbruck il tempo pareva sospeso in un'illusione asettica e le giornate si susseguivano con la grazia innaturale del nuoto sincronizzato, a Marsiglia tutto scorre, governato da un'imprevedibilità che mette a dura prova ma offre, in cambio, vivacità e calore umano. Come accade con Murielle: una vicina di casa chiacchierona che, armata di torte e di prelibatezze africane, aiuterà Silke ad abbandonare la sua riservatezza per unirsi al flusso della città e imparare il valore dell'accoglienza, l'importanza dell'ascolto e l'arte di non prendersi troppo sul serio. Nel fitto reticolato delle stradine marsigliesi, Silke si incontrerà col mondo e si renderà conto che ogni labirinto può trasformarsi in un gioco: un rompicapo da risolvere per dimostrare di essere all'altezza della vita. E quando incontrerà la vecchia gattara di rue de la Palud e il giovane Didier - ladro, atleta e mangiatore di fuoco -, si accorgerà che il destino, capace di togliere tanto, è spesso pronto a dare: proprio quando meno ce lo aspettiamo. Con una scrittura semplice ma elegante, Nicola Lecca realizza l'affresco di una Marsiglia travolgente: e, con uno sguardo pieno d'amore per la vita, rende eterna l'ostinata ricerca di una ragazza desiderosa di un destino che finalmente le assomigli.
Mi piacciono le storie raccontate da Nicola Lecca, così colme di amore per la vita, ottimismo, speranza, e con la concreta possibilità per i protagonisti, dopo tante traversie e sofferenze, di raggiungere la felicità.
"Il destino non esiste. Non c'è. È un'invenzione. Il destino sei tu. È ciò che vuoi: ciò che desideri": già l'inverno scorso queste parole, in accompagnamento al libro fresco di stampa in bella mostra nella vetrina di una libreria, mi colpirono e diedero molto da pensare. È vero: il destino è un'invenzione, e forse anche una scusa dietro la quale si trincerano spesso le nostre indecisioni e mancanza di coraggio. Finisce per comprenderlo pure Silke, la giovane protagonista del romanzo, quando si decide a riprendere in mano le redini della propria vita; una vita che, come lei scopre, può essere persino improvvisazione e costruttiva disobbedienza, a dispetto delle rigide e asettiche regole di una famiglia per cui l'apparire è tutto. Ed ecco, dunque, che una città come Marsiglia, con le sue atmosfere magicamente mediterranee e crocevia di colori, suoni e sapori tra Europa e Africa, può diventare il luogo per puro caso ideale da cui provare a ricominciare. Un bellissimo romanzo sul significato dell'esistenza, purtroppo sempre così sfuggente se non incomprensibile, e sulla ricerca di quella felicità cui tutti aspiriamo, spesso affannandoci inutilmente senza renderci conto che all'improvviso basta appena allungare una mano per afferrarne la chiave. Così, quando ci appaiono vicinissime tutte le piccole cose che fanno grande la vita, capiamo infine che la vita stessa molto toglie: ma anche molto dà. Dà in forme spesso difficili da catalogare. Dà tutto insieme: quando, ormai, avevamo smesso di sperare: vinti dalle delusioni e decisi a smettere di cercare. Dà quando non chiedevamo più e stavamo per abbandonare il campo da gioco. Dà e basta. Senza pretendere niente in cambio. Dà: per compensare in segreto tutto il male che abbiamo subito. Lo fa in maniera inattesa quando in realtà noi ci saremmo accontentati di molto meno. Dà attraverso persone che a lungo avevamo evitato a causa dei nostri pregiudizi. Dà inspiegabilmente e in abbondanza: come se le migliaia di volte in cui abbiamo desiderato fossero state depositate in una banca svizzera e avessero fruttato gli interessi. Dà mentre il destino a tutti gli altri, spietatamente, toglie. Dà, non tanto perché lo meritiamo, ma perché nel caos del mondo è finalmente arrivato il nostro turno.
I colori dopo il bianco
Fabio Cruccu - 21/03/2017 10:12
5/
5
Ho letto I COLORI DOPO IL BIANCO divorandolo in meno di ventiquattro ore. E' stato un vero piacere, dalla prima all'ultima pagina, che mi ha regalato emozioni, colori, sapori e odori. Ho ascoltato una storia, l'ho immaginata attraverso le parole ricercate dell'autore, mi sono affezionato ai personaggi: a Silke, a Murielle e persino a quel birbante di Didier. Impossibile non comprendere quel desiderio di libertà, amore e pace che la giovane ricerca.
E come non innamorarsi della città-personaggio, una favolosa Marsiglia che ti invita a prenderla per mano e a farti scompigliare i capelli?
Assolutamente consigliato: sarà come aprire una finestra per far andare via l'odore di chiuso e scoprire che è iniziata una nuova primavera.
Laura Vargiu - 13/06/2017 19:52
Fabio Cruccu - 21/03/2017 10:12