Sullo sfondo di una Bologna in decadenza, a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo, Il brigante contadino narra la storia di Pietro Zarri, giovane povero ed ambizioso, dapprima sedotto da sogni di ricchezza e riscatto sociale, poi costretto al brigantaggio. La vicenda si sviluppa nell'arco di un decennio, prendendo le mosse dal declino del commercio della seta. Ed è proprio la preziosa tecnologia per produrre il velo di seta a diventare causa dei guai di Pietro. Durante il successivo periodo della dominazione Napoleonica, il destino di Zarri si intreccia con quello di Prospero Baschieri, leggendario capo brigante, figura a metà tra un patriota ed un moderno Robin Hood. L'unione con Baschieri e gli altri banditi della zona rappresenta per Pietro un'occasione di riscatto personale e segna l'inizio di un'epoca breve e gloriosa, in cui il brigantaggio assume connotazioni ben lontane da quelle fosche e sanguinarie che avrà dopo il Risorgimento. I briganti emiliani combattono uniti contro il più potente impero del mondo. La loro lotta è quella dei contadini schiacciati dalla povertà e da dazi sempre più pesanti. E l'inseguimento di un'idea primordiale e irraggiungibile: la libertà.
Mi è piaciuto tantissimo! Solitamente i romanzi storici non sono il mio genere preferito, ma in questo caso sono stata attratta da subito dalla copertina e dal fatto che la storia sia ambientata nella mia città, Bologna. E devo dire che sono stata fortunata. Ceredi regala una trama molto avvincente, intervallata da momenti divertenti e da altri passi più riflessivi.. Ho divorato il libro in una sola sera.
Anonimo - 17/10/2010 11:33