Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 05/02/2022 09:15
5/
5
La pubblicità de Il caso Cartesio vende il romanzo come "Un formidabile e avvincente thriller storico su uno dei più grandi misteri del '600". Ci perdonerete se, una volta tanto, recensiremo il libro con mano pesante.
Il romanzo si muove su tre distinte linee temporali. Nella prima (dicembre 1649-febbraio 1650) il grande filosofo e matematico francese René Descartes, o meglio Renato Cartesio ("cogito ergo sum", ricordate?), accetta l'invito a Stoccolma da parte di Cristina regina di Svezia: pare infatti che la sovrana voglia convertirsi dal Luteranesimo al Cattolicesimo e abbia bisogno di lui. Questa parte del racconto soffre della presenza di una folla di cattivissimi che vogliono morto Cartesio e i cui nomi finiscono per diventare intercambiabili dal momento che i progetti di tutti loro sono i medesimi.
Nella seconda linea temporale (dicembre 1653-dicembre 1654) seguiamo le indagini del conte Raimondo Montecuccoli, generale dell'Impero asburgico, condottiero a riposo che medita ancora sulla sconvolgente res cogitans di Cartesio. Tutto fila liscio finché non viene incaricato di organizzare le tappe della conversione della regina Cristina di Svezia e della sua entrata solenne a Roma. Purtroppo le parti dedicate al generale Montecuccoli, per quanto siano le più interessanti, sono anche le più frettolose.
L'ultima linea temporale ci riporta ai giorni nostri (o più per l'esattezza dal febbraio al marzo 2009, quando ricorreva il IV centenario della morte di Montecuccoli). Il punto di vista è quello di Elisabetta Palatini, dottoranda in filosofia presso l'Università di Parma, che invita Thomas Doyle, professore di filosofia presso la Oxford University, a partecipare come relatore a un convegno su Cartesio. In realtà la giovane ricercatrice di Parma ha messo le mani su un documento (o meglio metà documento) che potrebbe far emergere un complotto politico-religioso ordito ai danni di Cartesio, e vorrebbe coinvolgere in questa ricerca nientemeno che il cattedratico di Oxford. Quel documento non è altro che la rivelatoria lettera scritta dal generale Montecuccoli a Papa Innocenzo XI. L'obiettivo di Elisabetta è quello di portare prove sufficienti perché il Musée de l'Homme si convinca a sottoporre il cranio di Cartesio lì conservato all'esame dell'assorbimento atomico e dimostri una volta per tutte che il filosofo è stato assassinato. Il conseguente piano di Doyle allora non è dissimile da quello di Nicolas Cage in National Treasure (2007): propone infatti di trafugare il cranio per condurre il test atomico e quindi restituirlo al Museo.
Purtroppo le parti dedicate alla timida, bugiarda, frustrata dottoranda, colpevole fra le altre cose di una ingenuità sconcertante (fino ai limiti del tollerabile se non del perdonabile) spazzano via tutti gli anni '90 di animazione Disney in cui si cercava di delineare un tipo femminile in aperta ribellione con le figure genitoriali e attratta da amori sbagliati, per ricadere tristemente nello stereotipo della sprovveduta principessa da salvare delle fiabe action.
L'alternanza delle tre storie è pressoché matematica, cadenzata capitolo dopo capitolo. Sono tutte scritte in terza persona tranne la sezione moderna, nella quale l'autore maschio si cala nei panni della protagonista femminile. In definitiva questa terza parte è talmente diversa dalle prime due che sembra scritta da un altro autore, un ghost writer
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 05/02/2022 09:15