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"Mio Dio, questo è un paradiso" pensa Mae Holland un assolato lunedì di giugno quando fa il suo ingresso al Cerchio. Mai avrebbe pensato di lavorare in un posto simile: la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a imbarcare migliaia di giovani menti. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l'acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. "Se non sei trasparente, cos'hai da nascondere?" è uno dei motti aziendali. Cioè, condividere sul web qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria vita. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino. Perlomeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi? Presto quella che sembrava la storia delle idealistiche ambizioni di una donna diventa una storia di suspense, un'indagine a tutto campo sulle questioni della memoria, della privacy, della democrazia e dei limiti (valicabili o meno) posti alla conoscenza umana.

La nostra recensione

Un paragone lusinghiero, ma anche ingombrante e impegnativo, e comunque plausibile. Appena uscito, infatti, Il cerchio - ultimo romanzo del “formidabile genio” Dave Eggers - è stato accostato al capolavoro di George Orwell, 1984. Effettivamente “The Circle”, l’azienda globale di servizi online immaginata da Eggers, ha molto in comune con il “Big Brother” orwelliano. Siamo in un prossimo futuro distopico (ma non così tanto da non essere credibile), nel quale una sola grande immensa società ha inghiottito tutto (Google, Facebook, Twitter, YouTube etc.) trasformando internet in un immenso social network dove tutto è trasparente, dove tutti sono trasparenti, un mondo di luce sempre accesa che impone la condivisione, annulla la privacy, cancella ogni segreto. E lo fa costruendo un ambiente di lavoro amichevole, giovanile, apparentemente aperto e relazionale, fondato sul contatto diretto e continuo tra i vari livelli gerarchici dell’azienda. Ma proprio qui, in questa “obbligatoria” e incessante attività “comunitaria”, si annida l’insidia, germinano i semi infestanti di una pianta digitale che tutto stritola e aggioga. Eggers immagina un futuro regolato dai social network in cui l’individuo non può non essere connesso, arrivando al limite estremo di mostrare tutto di sé, di mettere in mostra tutto quello che lo riguarda perché solo così è possibile esistere. Questo mondo trasparente che fagocita le nostre personali zone d’ombra, che arriva perfino a minacciare la libertà di pensiero e d’opinione, è descritto da Eggers in toni foschi e apocalittici, è un mondo in cui i benefici della totale condivisione appaiono minori rispetto a ciò che perdiamo. Il rischio è, infatti, la perdita di ogni valore individuale, la costruzione di un mostro collettivo che determina le scelte, impone le opinioni, controlla le azioni. Ma il rischio peggiore è che questa dittatura, a lungo andare, possa diventare la conseguenza di un’accettazione volontaria, proprio come sta per succedere a Mae, la protagonista del romanzo, che entra entusiasta nel Cerchio, coronando un sogno che presto potrebbe assumere i contorni spettrali e angoscianti di un vero incubo.
Antonio Strepparola

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi contemporanei

Editore Mondadori

Formato Ebook con Adobe DRM

Pubblicato 04/11/2014

Lingua Italiano

EAN-13 9788852058493

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