Perché mai il dottor Mahé continuasse a trascinare l'intera famiglia a Porquerolles nessuno riusciva a capirlo. Sin dalla prima volta che ci avevano messo piede sua moglie si era lamentata del caldo, delle zanzare e della cucina meridionale che le rovinava lo stomaco. E lui stesso si era sentito fuori posto in quell'isola dove tutto gli era ostile, dal cielo di un azzurro troppo intenso agli abitanti, ai pesci che non era capace di prendere. Eppure, in quel 'caos indicibile', che come il fondo marino gli causava una sorta di vertigine, aveva scelto di tornare una seconda volta. E poi una terza. Forse perché era ossessionato da un'immagine: quella di una ragazzina vestita di rosso, alla quale non aveva mai rivolto la parola, che "non era una donna, e neppure un corpo", ma "la negazione di tutto quello che era stata la sua vita" - il paesino della Vandea in cui tanti, troppi, portavano il suo stesso cognome, la casa di pietra grigia con le siepi di bosso tagliate in modo maniacale, la madre che gli preparava ancora la biancheria pulita e che gli aveva scelto persino la moglie... E forse perché sapeva che Porquerolles sarebbe stata il suo destino, un destino a cui, al pari di molti degli eroi simenoniani, anche lui non poteva che andare incontro con allucinata e implacabile determinazione.
Questo ''romanzo'', ma io lo definirei piuttosto un racconto lungo, secondo me è adatto a chi ama in modo particolare l'autore, non lo trovo di particolare bellezza, e la fine è piuttosto ovvia.
La ''passione'' che travolge e fa impazzire un uomo comune di 35 anni (per quell'epoca assai maturo.. siamo nel '45) verso una ragazzina, è semplice.
Il desiderio di ''sporcare'' in qualche modo la visione di una adolescente vergine, è un gioco già visto e lo si trova in altri racconti dell'autore.
Quello che da fastidio di questo personaggio, è un senso di viltà che emana, di ipocrisia. Simenon stesso ha trascorso dei periodi nei quali non era particolarmente orgoglioso di se stesso e soprattutto di alcune scelte di vita... vedi l'avere una compagna sull'orlo della pazzia e continuare ad obbligarla a partecipare alle sue esperienze ''amorose'', multiple..
Francois Mahé è un medico scialbo, tendente alla pinguetudine, con una moglie che si comporta come se fosse sua madre, che spera nella vita isolana di sentirsi finalmente vivo...
Forse è troppo tardi.
Il clan dei Mahé
Anonimo - 22/06/2007 14:05
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E più simile alla bozza di un romanzo, fosse così potrebbe passare, altrimenti...
Il clan dei Mahé
Anonimo - 03/10/2006 20:11
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Mi dispiace e chiedo scusa a tutti coloro che amano Simenon, non mi è piaciuto!Lento, monotono e triste ..non ho capito il senso davvero!!
Il clan dei Mahé
Anonimo - 28/09/2006 19:11
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Simenon è un maestro, nulla da dire. Qui non si esprime al massimo ma il romanzo è piacevole, intrigante e il finale è veramente spiazzante
Il clan dei Mahé
Anonimo - 12/09/2006 15:38
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la scrittura inequivocabilmente è quella di simenon. bella come sempre. La storia pero' non regge il confronto con altre cose che ho letto dello scrittore. Non è avvincente. Niente di speciale direi. Non lo consiglio.
Paola
celsa - 29/06/2007 08:47
Anonimo - 22/06/2007 14:05
Anonimo - 03/10/2006 20:11
Anonimo - 28/09/2006 19:11
Anonimo - 12/09/2006 15:38