Nibbio, Struzzo e Iena: tre giovani balordi protagonisti di un'epopea di bravate, omicidi, pestaggi, sesso e droga. Vivono al Nido, un piccolo paese del Centro Italia appiccicato come uno sputo in cima a una collina, che ha tanti conti in sospeso con il proprio passato e coi ministri del culto, due preti che nel tempo ne hanno segnato pesantemente il destino. Ma arriverà un terzo prete, molto diverso dai precedenti, e per i tre balordi scoccherà l'ora della verità.
La nostra recensione
Nibbio, Struzzo e Iena: questi i nomi che si sono dati, i balordi protagonisti di questa storia raccontata magistralmente da Mauro Anelli, già autore del thriller Dossier Locusta, sul terrorismo internazionale e l’ingegneria genetica. Il nido dei bastardi è il titolo di questo piccolo, ma pesante volume. Piccolo, ma soffocante. Piccolo, ma opprimente. Da leggere d’un fiato, come si usa dire, grazie allo stile pulito e veloce. Perché innervosisce. Incatena e incuriosisce. Cos’hanno di caratterizzante questi tre indemoniati? Non sanno chi sono. E questo li conduce sulla strada sbagliata. Insomma, i classici giovani che si sono persi. Ma le parole che Anelli mette su carta non rientrano nello schema della classica storia di balordi. Qui si va oltre, la violenza è ovunque perché quelli che si incontrano sono personaggi tanto estremi quanto attuali: il vicino di casa, i compagni di scuola, gli abitanti del paese, il parroco della chiesa. Quel luogo deputato a non poter essere mai profanato, in un paese non ben definito e chiamato il Nido (che sia un richiamo al rifugio familiare?), viene ora ripagato con una profanazione diversa da quella che è entrata in quella stessa chiesa in passato, ma altrettanto violenta dal Nibbio, lo Struzzo e Iena. Tutto tranne che bravi ragazzi. Il nido dei bastardi è una storia nostrana all’Arancia Meccanica di violenza giovanile e anticlericalismo, terribilmente sincera e attuale. Un pugno nello stomaco alla nostra coscienza morale e civile.