Bologna, 1938. Michele Casali è uno scialbo professore di storia dell'arte, ingenuo e sognatore. È sposato con Delia, donna di prorompente bellezza e dal discutibile passato, che l'ha scelto solo per interesse. Ma, soprattutto, è il papà di Giovanna, creatura debole e goffa che tanto gli somiglia quanto sembra distinguersi dalla madre, e che lui ama e protegge con strenua dedizione. Questo essere fragilissimo che lui vorrebbe a qualunque costo vedere felice va tuttavia progressivamente smarcandosi in un mondo solo suo, fino a scambiare per realtà i desideri e le illusioni: credendosi ricambiata dall'idolo di tutte le ragazze del liceo, non esita a difendere fino alle estreme conseguenze il suo amore immaginario. Ma in questo tracollo mentale di Giovanna - che trae origine dal rapporto conflittuale con la madre non meno che dal malinteso senso paterno della protezione - Michele troverà una ragione per amarla ancora di più, e insieme un'occasione per sciogliere i tanti nodi che stringono la vita della sua famiglia. Cronaca di un dramma familiare ambientata negli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale, questa nuova, intensissima storia di Pupi Avati mette in scena con grazia singolare, e con la forza di una scrittura essenziale e diretta, lo struggente legame tra un padre e una figlia. E con tocco delicato e preciso, senza cedere alla tentazione della nostalgia e del cliché, restituisce il vivido ritratto di un'epoca e di quei luoghi - il microcosmo emiliano - che hanno una parte così rilevante in tutta la produzione narrativa e cinematografica dell'autore. Luoghi in cui la sua immaginazione riesce ancora una volta a spaziare libera da incertezze, regalandoci, suadente e romanzesca, un libro di un'intensità dolorosa, di disperata dolcezza, che lascia una traccia indelebile su chiunque gli si avvicini. Da questo romanzo il film in concorso alla 65° mostra del cinema di Venezia.