Bruna e Sara non potrebbero essere più diverse. La prima è fragile e perennemente spezzata: suo padre se n'è andato, il suo ragazzo ha trovato un'altra e il suo corpo si rifiuta di mangiare. L'altra è invece assurda con i suoi capelli metà neri e metà biondi, il suo sorriso sempre troppo accentuato come il suo trucco, l'aria di chi è amata da tutti eppure non riesce a farselo bastare. Sono migliori amiche, almeno fino a quando, una mattina, al suo risveglio Bruna scopre che Sara è morta. La sua mente però ha isolato il ricordo, così tutto ciò che può fare è leggere le pagine del suo diario, le memorie della persona a lei più cara, lottando contro il suo dolore, contro l'amore per Alessandro, la rabbia verso Anna, l'ex migliore amica sua e di Sara e, inspiegabilmente, anche contro la stessa Sara. Non sono arrabbiata con te Sara, ma questo è perché non sei mai stata ciò che credevo. Eri molto di più sotto tutti quegli strati di segreti, eri una persona fragile con una corazza troppo ben scolpita, eri egoista e bugiarda, ma in fondo eri anche buona e sola. Eri una matrioska, Sara.