Fasto e sperpero, miseria e abbandono sono gli aspetti tragicamente contrastanti della vita inglese nella prima metà del sedicesimo secolo. Al sanguinario Enrico VIII succede Edoardo Tudor, ancora fanciullo, e da questo avvenimento storico Mark Twain prende lo spunto per rinnovare uno dei motivi ricorrenti nel patrimonio narrativo di ogni paese: la storia del sovrano e del suddito che si scambiano i ruoli. Tom Canty ed Edoardo, nati nello stesso giorno il primo in un miserabile tugurio, il secondo a palazzo, vivono gli 'anni di apprendistato' l'uno nei panni dell'altro, il principe alle prese con stenti a cui è impreparato, il povero prigioniero di un lusso e di un potere che non ha mai conosciuto. Una fiaba a lieto fine che Twain costituisce con il consueto humour, non disgiunto da un accento critico nei confronti della vecchia Europa aristocratica e antidemocratica.