Dura la vita per il generale Taddeo Bottardi. Una serie di furti mai risolti, in apparenza collegati tra loro, e una teoria (la sua) che sostiene l'esistenza di un personaggio misterioso, un ladro fin troppo astuto, dal nome ancora più improbabile e bizzarro: Giotto, nientemeno. Quando una lettera arriva sul tavolo del suo ufficio, nella sede del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico di Roma, la considera l'ennesimo tentativo di mettersi in mostra da parte di qualche eccentrico squilibrato che non ha niente di meglio da fare. Ma il mittente, una donna, dice di avere informazioni relative a un dipinto trafugato più di trent'anni prima da un palazzo fiorentino: un Paolo Uccello che compare nell'elenco dei furti in cerca d'autore del generale. Dunque, il "caso Giotto" viene ufficialmente riaperto. Ma esiste davvero un ladro così abile da non lasciare alcuna traccia, un'impronta, niente di niente? La teoria di Bottardi non piace ai burocrati del ministero dei Beni culturali, che non perdono occasione pur di mettere in cattiva luce il generale, il quale deve a tutti i costi risolvere il rebus, e alla svelta. Alla fedele collaboratrice. Flavia Di Stefano l'arduo compito di condurre le indagini. Quando anche Jonathan Argyll, suo compagno e giovane mercante d'arte, si mette in mezzo le cose prendono una brutta piega. Il solo uomo in grado di aiutarli muore in circostanze non chiare. Tra i pochi indizi restano la confessione di una donna in fin di vita, una nobile famiglia decaduta e un'antica dimora inglese, Weller House, nel Norfolk, che sembra nascondere più di un segreto...