L'idilliaco paesaggio alpino della Stiria fa da scenario a un evento alquanto singolare, il congresso degli Esseri dalla lunga esistenza: fate, gnomi, elfi, spiriti dei monti e delle acque. Si tratta di creature molto sagge ma non meno giocose, che - se non fosse per qualche bizzarria - si potrebbero scambiare per turisti in villeggiatura. Inquietanti per contro appaiono ai loro occhi gli umani, accecati dall'avidità di potere e votati alla distruzione. Ai loro geni tutelari è ormai impossibile aiutarli, e con sgomento e rammarico sono costretti a constatare l'anacronia della loro attuale forma d'esistenza come personificazioni leggendarie e mitologiche. Sophie Silber, convocata al loro congresso per testimoniare delle storie degli umani, si trova a sua volta in un punto cruciale della propria esistenza di donna e di attrice. Con la dolce e intelligente guida della fata Amaryllis Sternwieser intraprenderà un viaggio sul filo della memoria e, rivivendo i momenti fondamentali, ripensando le relazioni nodali del suo passato, vi attingerà nuova consapevolezza e serenità. Amaryllis proseguirà poi da sola il viaggio nella memoria, per risalire fino all'origine della vita e ritrovare la propria natura generatrice di vita e di morte. Attraverso di lei si compirà così per tutti gli Esseri dalla lunga esistenza l'atto che deciderà del loro destino. Un testo denso di suggestioni, di incanti e inganni, in cui l'autrice, con la poesia, l'umorismo, la gaiezza e la vivacità dei suoi insoliti personaggi, pone al lettore un interrogativo inquietante: che ne sarà degli umani quando non saranno più capaci di inventare fiabe? Dai destini intrecciati di Sophie e Amaryllis sembra tuttavia nascere un messaggio di saggezza e di gioia di vivere.