Ellenberger presenta qui un'esposizione rigorosa della vita di Jung e della sua opera: un'esposizione da cui emerge tanto la straordinaria originalità di Jung quanto la fitta trama dei suoi "debiti" con il pensiero e la letteratura romantici e alcuni grandi maestri della psichiatria dinamica (Bleuler, Janet, Binet, Flournoy). L'autore ricostruisce l'intera parabola junghiana: gli "anni di apprendistato"; l'incontro con la psicoanalisi, dall'amicizia con Freud alla designazione come suo "erede" e infine alla rottura dei loro rapporti; l'esperienza della "malattia creativa"; la costruzione finale del proprio "mito" attorno alla figura ormai leggendaria del "Vecchio Saggio di Kusnacht".