Il pensiero di Viollet-le-Duc si rivela di una perentoria attualità nel riscontro con le più recenti riflessioni sul restauro degli edifici antichi e con la revisione critica, ancora in corso, sulle origini dell'architettura moderna. Lo testimonia il crescente interesse che, negli ultimi anni, ne ha accompagnato la figura, il moltiplicarsi delle mostre e degli studi sulla sua attività di teorico e di restauratore. Nucleo centrale dell'analisi di Viollet-le-Duc è il Medioevo, alle cui realizzazioni architettoniche egli dedica un testo fondamentale, il "Dictionnaire raisonné de l'architecture française du XI au XVI siècle", in dieci volumi. L'opera è al contempo esito di indagini archeologiche e filologiche e di approfondite ricerche su numerosissimi monumenti e giunge, attraverso la puntuale conoscenza della realtà storica, ad un esplicito confronto con il presente. Individuare la logica progressione delle manifestazioni di architettura medievale, la 'pendenza naturale' che dal passato porta al presente, ed abilita ad affrontare il futuro è infatti l'obiettivo perseguito con accanimento dall'autore. Metodo e scopo emergono con chiarezza dagli estratti del "Dictionnaire" qui proposti, per la prima volta tradotti in Italia. Lo stile è di volta in volta tecnico, polemico, colloquiale, come esige l'argomento in esame, il discorso si sviluppa secondo una serrata coerenza, gli intenti e le opzioni culturali vi sono apertamente dichiarati.