Non c'è bugia senza parole. La bugia "si dice", come la verità, insegnava il filosofo inglese J.L. Austin il quale spiegava che il linguaggio serve, tra l'altro, a "far cose". Infatti giurare, avvertire e sentenziare, ad esempio, sono cose che si fanno nel pronunciare un giuramento, dare un avvertimento ed emettere una sentenza. Sulla bugia potrebbe dirsi qualcosa di simile, ma è chiaro che una trattazione sulla bugia non può esaurirsi con tale affermazione. Questo studio si propone di dire qualcosa in difesa della bugia, qualcosa che possa dimostrare come le bugie siano in realtà i pilastri su cui si ricostruisce e mantiene l'intera vita sociale. Ci sono dei campi che non potrebbero mai fare a meno delle bugie, sono le cosiddette 'bugie buone', quelle che appunto, servono al mantenimento dell'ordine sociale. Pensiamo, per esempio, alla pubblicità, se per 'bugia' intendiamo la 'non verità totale o parziale', allora tutti gli spot sono falsi.