In questo romanzo, la scrittrice messicana recupera scampoli di vita dei suoi avi e tesse la storia della sua famiglia intorno a un oscuro segreto: il silenzio del padre che combatté in Italia durante la Seconda guerra mondiale e tornò in Messico dopo diversi anni che rimasero sepolti per sempre nella sua memoria. L'autrice spalanca i ricordi sulla madre, su un'infanzia idilliaca e una giovinezza sfrontata, camminando in punta di piedi sui sentieri intimi dell'affetto, della maternità, della famiglia, e gettando luce sull'allegria e la bellezza delle piccole cose.
Con un tratto lieve, ma intenso, siamo catapultati in un'atmosfera vellutata (l'emozione, appunto) , dove i ricordi e la memoria di cose ma, soprattutto, le persone dl passato s'intrecciano con la realtà presente (la ragazza milanese del papà dell'autrice, per esempio), che si perde nella storia familiare e, soprattutto, nei sentimenti e nelle sperienze di vita dei "padri" .
A volte la Mastretta si lascia prenedere dal bisogno di spiegare le ragioni della ricerca delle sue radici, ma, più spesso, la pagina (l'ultima, emblematicamente) è una pennellata, un piccolo tratto di sentimenti e di sensazioni pure.
StocK
Paola Bono - 08/10/2013 09:26