E l'alba di una limpida giornata di giugno del 1960 quando una famiglia di pescatori dell'isola di Flatey, tra i fiordi occidentali dell'Islanda, trova il cadavere di uno sconosciuto. Nella sua tasca un foglio con una serie di 39 lettere. La vittima è il danese Gaston Lund, studioso di un antico enigma irrisolto basato sulle saghe raccolte nel Libro di Flatey e custodito nella biblioteca locale. Inviato dal continente a sciogliere il mistero, il giovane avvocato Kjartan si ritrova smarrito su un irreale pezzetto di terra con una manciata di case, dove i prezzi si calcolano ancora in pelli di foca, in tavola si servono uova di sterna e razza fermentata, e tutti credono nella maledizione legata all'enigma, che sembra avverarsi quando sull'isola compare un altro cadavere. Il fascino dei miti nordici avvolge un'indagine a doppio filo che insegue la soluzione dell'enigma attraverso le sue 40 domande mentre si addentra in questo piccolo mondo fuori dal tempo, in cui ogni abitante nasconde un universo di storie e di segreti, dal sacrestano che parla con gli elfi e si diletta in vaticini, al maestro depositario di memorie e leggende tramandate da generazioni.
La nostra recensione
Il fascino di una natura primitiva e di storie ancestrali in un thriller pieno di atmosfera. In una delle mille isolette disseminate nel mare islandese, Flatey, nel XIV secolo è stata composta una raccolta di antichissime saghe, ed è proprio questo "Codex Flaytensis" a fare da filo conduttore al romanzo di Ingòlfsson, che si svolge nel microcosmo di quest'isola, col suo villaggio di pescatori in cui tutti si conoscono, messo in subbuglio dalla scoperta del cadavere mummificato di uno studioso dell'antico libro, giunto tempo prima per studiare nella biblioteca del villaggio l'enigma racchiuso in quaranta domande riguardanti il contenuto delle saghe.
Il lettore segue due percorsi paralleli: quello dell'indagine, condotta dall'ufficiale locale insieme a un giovane funzionario giunto dalla capitale Reykjavìk, e quello delle imprese degli antichi re scandinavi raccontate nel manoscritto. Il suggestivo intreccio si svolge negli anni '60, non a caso: sia perché in quegli anni il manoscritto originale era ancora conservato a Copenhagen, nonostante le rivendicazioni degli abitanti di Flatey, cui era rimasta soltanto una copia anastatica del loro più glorioso patrimonio storico, sia perché cominciava allora l'emigrazione verso la città che portò molte isole allo spopolamento. Il romanzo quindi va ben oltre il genere poliziesco, per diventare un affresco sociale e culturale di grande intensità.
Daniela Pizzagalli