Alberto Pellegatta ha scritto un libro misuratissimo e energico. Il linguaggio è originale e lo stile riconoscibile perché originale. Soldi ben spesi
L'ombra della salute
gianfranco90_00 - 10/06/2014 01:48
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Un libretto insulso, illeggibile. Pellegatta è un poeta ridicolo e soprattutto molto, molto raccomandato...
L'ombra della salute
Anonimo - 17/06/2012 20:56
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è incredibile che un libro con così poca carte possa essere tanto fitto di bellezza. alcune poesie sono davvero belle
L'ombra della salute
Anonimo - 09/05/2012 20:28
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Bellissimo libro per amanti della poesia. Sensibile, denso e originale
L'ombra della salute
Anonimo - 28/02/2012 21:21
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Un libro che non lascia indifferenti. Leggere con attenzione
L'ombra della salute
Anonimo - 23/02/2012 10:53
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Alberto Pellegatta ha davvero una spiccata sensibilità al linguaggio. Non ci sono in giro tanti libri così immaginativi... La fantasia è merce rara
L'ombra della salute
Anonimo - 21/02/2012 23:14
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Quello di pellegatta è un libro ambizioso ma molto modesto. Linguaggio arzigogolato, idee poche, molta imitazione del De Angelis orfico e "oscuro". Ponso è molto, molto meglio!
L'ombra della salute
Anonimo - 12/02/2012 22:29
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chi non capisce questo libro ha un'assoluta mancanza di sensibilità al linguaggio. il che non mi stupisce visto com'è messa la poesia e i lettori di poesia italiana, pellegatta è l'unico degno rappresentante della sua generazione e riguardo a ponso è dotato di strumenti, ma manca di talento "naturale".
L'ombra della salute
Anonimo - 12/02/2012 19:29
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Si nota una profonda ricerca sul linguaggio. Lo sguardo, la lucidità del pensiero nutrito dalla filosofia e la ricca immaginazione che il libro sprigiona, lo rendono unico nel panorama attuale. Lo preferisco alla paccottiglia di poeti che affollano web, riviste e collane di sottobosco. Mi piace il suo linguaggio piano ma energico, la costruzione definita e impeccabile dal punto di vista tonale. Ottimo
L'ombra della salute
Anonimo - 12/02/2012 19:20
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Trovo che Alberto Pellegatta sia un poeta assolutamente raffinato, asciutto e nonostante questo pieno di fantasia. L'invidia dei poetastri esclusi e livorosi (notoriamente privati di immaginazione) dovrebbe rimanere fuori dalla letteratura, che invece si basa su argomenti dimostrabili. Il pettegolezzo lo lasciamo ai domestici
L'ombra della salute
Anonimo - 18/12/2011 16:15
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Un poeta enfatico e noiosissimo. Assolutamente illeggibile!
L'ombra della salute
Anonimo - 15/12/2011 23:20
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Un poeta molto sopravvalutato, dalla lingua assurdamente gonfia e baroccheggiante.
L'ombra della salute
Anonimo - 14/12/2011 22:59
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Forse il peggiore dei quattro libretti di autori non ancora quarantenni appena usciti per lo Specchio. Mancanza di una ricerca credibile sugli istituti formali, sciatta, imbarazzante piattezza costruttiva e di sguardo, disarmante inconsistenza di dettato, povertà immaginativa (e culturale) estrema, assenza di una visione della (e di un qualunque pensiero sulla) realtà diversa dal chiacchiericcio lirico più frusto. La gara, in questo, è con Carlo Carabba e Fabrizio Bernini (quest'ultimo, forse, con una scorta maggiore di "fiuto poetico"). Diverso il discorso per Andrea Ponso, autore consapevole e strumentato, di cui sentiremo ancora parlare con piacere (se pure il suo è un lavoro che guarda molto indietro, a un artigianato della scrittura non esente dal rischio del cesello ben tornito ma lezioso, pedantemente perseguito eppure con esiti di ricercatezza media, rapidamente esauribile). L'operazione mondadoriana tutta offre il fianco a più di una perplessità: a partire dalla grafica svogliata e dalla paginazione spesso stipata di testo, quasi che gli autori non avessero voluto perdere questa "occasione della vita" per far stare il più possibile nello spazio concesso, anche al di là di un maturo e depositato progetto di libro. Per non dire delle brevi, superficialmente encomiastiche, apodittiche glosse in quarta di copertina, tirate via, generiche. A fronte di decine di autori di spessore oggetto d'attenzione critica Alborghetti, Annovi, V.Bagnoli, Bonito, Broggi, Calandrone, Cattaneo, Fantuzzi, Frene, Frungillo, Genti, Gezzi, Giovenale, Inglese, Maccari, Mazzoni, Ostuni, Policastro, Pugno, Raos, Sannelli, I.Testa, Turra, Zaffarano], questa scelta di giovani tra loro intercambiabili e senza idee, in fondo già in partenza epigonali, esausti, fa temere che ai piani alti dell'editoria italiana l'idea di letteratura (e di lettori bersaglio) sia irrimediabilmente tarata, ormai anche per la poesia, sugli standard più scontati e vuoti del bestseller commerciale pronto uso.
L'ombra della salute
Anonimo - 14/12/2011 19:09
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Dopo aver frequentato per anni la corte della Mondadori, Alberto Pellegatta è riuscito finalmente, e faticosamente, a uscire in questa collana "Junior". I risultati sono piuttosto imbarazzanti: la lingua è gonfia, supponente, inutilmente e pacchianamente vistosa; ma è tutta costruita sul vuoto, perché i concetti espressi sono sempre vaghi, poveri e indefiniti. La scrittura di Pellegatta è, inoltre, appesantita da un algido manierismo compiaciutamente criptico e involuto. Insomma, un voce poetica assolutamente sopravvalutata! Inutile fare i nomi dei molti trentenni molto più dotati di Pellegatta: qualsiasi lettore onesto li conosce. Voto: 4
L'ombra della salute
Anonimo - 13/04/2011 09:16
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Il migliore poeta da qualche generazione a questa parte.
d_davidinod - 19/11/2014 15:10
gianfranco90_00 - 10/06/2014 01:48
Anonimo - 17/06/2012 20:56
Anonimo - 09/05/2012 20:28
Anonimo - 28/02/2012 21:21
Anonimo - 23/02/2012 10:53
Anonimo - 21/02/2012 23:14
Anonimo - 12/02/2012 22:29
Anonimo - 12/02/2012 19:29
Anonimo - 12/02/2012 19:20
Anonimo - 18/12/2011 16:15
Anonimo - 15/12/2011 23:20
Anonimo - 14/12/2011 22:59
Anonimo - 14/12/2011 19:09
Anonimo - 13/04/2011 09:16