La città è la società locale, quella di cui si ha una esperienza immediata; ma i suoi problemi possono essere veramente conosciuti e affrontati soltanto mediante modelli che, utilizzando strumenti di diverse scienze sociali, diano un senso ai fatti che pure sono sotto gli occhi di tutti. Nel caso di Torino i fatti sono quelli legati alla cosiddetta deindustrializzazione, cioè alla trasformazione di un assetto economico e sociale basato sulla produzione di massa (l'auto), sulla grande concentrazione industriale (la Fiat) e su una rigida organizzazione del lavoro in buona parte non qualificato: in breve, su quello che va sotto il nome di fordismo. La trasformazione inizia alla fine degli anni sessanta ed è tuttora in corso: siamo "dopo Ford". Gli studi raccolti in questo libro, risultano finale di un lungo lavoro di analisi e discussione delle più recenti ricerche economiche, sociologiche, politologiche, urbanistiche sulla città intendono valutare le condizioni che in ciascun campo e nel loro complesso possono rappresentare limiti e risorse per l'azione. I risultati, pur nella loro problemayicità e senza dare per scontata una evoluzione che potrà essere diversamente orientata dall'intervento politico, convergono nel darci l'immagine di una città che, anche dopo il fordismo, resta una città di produzione. Una città nella quale non ha prevalso nè l'intervento dello Stato nè la pura logica del mercato.