Per settecento anni è rimasto nascosto in un muro dell'abbazia. Poi una scintilla ha scatenato un incendio e il muro è crollato. Stupito, l'abate Menaud sfoglia quel volume impreziosito da disegni di animali e di piante. E scritto in codice, ma le prime parole sono in latino: "Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho duecentoventi anni. E questa è la mia storia." Per migliaia di anni è rimasto immerso nell'oscurità. Poi un'intuizione ha squarciato le tenebre. Incredulo, l'archeologo Lue Simard cammina in quel grandioso complesso di caverne, interamente decorate con splendidi dipinti rupestri. E arriva all'ultima grotta, la più sorprendente, dove sono raffigurate alcune piante: le stesse riprodotte nell'enigmatico manoscritto medievale... Per un tempo indefinibile è rimasto avvolto nel mistero. E stato custodito da santi e da assassini, è stato una fonte di vita e una ragione di morte. Poi un imprevisto ha rischiato di svelarlo agli occhi del mondo. Spietati, gli abitanti di Ruac non hanno dubbi: i forestieri devono essere fermati. Perché la cosa più importante è difendere il loro segreto. A ogni costo.
E' il primo libro che leggo di questo autore. Per certi versi mi è piaciuto, ma sul finale mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Spero che potrò ricredermi con i prossimi.. voglio dargli altre possibilità!
La mappa del destino
antonella mangano - 12/10/2013 12:42
2/
5
Unabbazia medievale nei pressi del villaggio francese Ruac va a fuoco.
Grazie a questo incidente, nellintercapedine di un muro che cede al calore delle fiamme, labate Menaud scopre perfettamente conservato un libriccino di pelle rossa borchiato in argento, scritto in codice, tranne nellincipit che recita: Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho duecentoventi anni. E questa è la mia storia."
Contestualmente, sempre nel circondario di Ruac, larcheologo Luc Simard scopre un vero tesoro della storia: una caverna dalle 10 stanze, tutte completamente rivestite di graffiti che risalgono inverosimilmente ad epoche preistoriche.
Il boccone è troppo grosso perché la Francia non decida di circoscrivere la zona e impiantare un centro di studi a cui parteciperanno i migliori scienziati del mondo per catalogare, datare e proteggere da profani quello che è un tesoro destinato a riscrivere la storia dellumanità.
Ma forse cè già qualcuno che molto bene conosce quei segreti e a sua volta, per far in modo che restino tali, decide di eliminare uno per uno, gli scienziati che lavorano a quel progetto, e che sono venuti a conoscenza della caverna
Basterebbe solo questo per accattivare il lettore allultima fatica di Glenn Cooper, quel genio che nel 2010 ha partorito La biblioteca dei morti e Il libro delle anime.
Cooper è davvero bravo a saltare di epoca in epoca, a ricostruire gli eventi e contestualizzarvi i personaggi e, come ci aveva abituati nei precedenti romanzi, anche in questo caso saltiamo, capitolo dopo capitolo, in tre epoche diverse: i giorni nostri, il primo medioevo e il 10.000 A.C., quando luomo non si esprimeva ancora con la parola ma con versi e schiocchi della lingua.
E qui compare il primo dubbio del lettore: come fa un Homo Sapiens a esprimere così superbamente le proprie sensazioni?
E soprattutto, può un contemporaneo immaginare e trascrivere quali siano?
Andando avanti, i dubbi del lettore proseguono al galoppo:
nel libriccino salvato dallabate, troviamo elementi di botanica che ad una prima lettura sembrano ormai estinti, ma invece Luc Simard e il suo perduto amore Sara, gironzolando intorno alla caverna nella quale sono raffigurati tali vegetali, ritrovano tranquillamente in vita, conosciuti da chiunque, i medesimi elementi, destinati a creare un infuso che, se scoperto dalla civiltà moderna, cambierebbero le sorti del Creato. Possibile che nessuno in tredici secoli, abbia mai pensato di miscelarli tra di loro? I fitoterapisti, gli erboristi, gli omeopati dei nostri giorni davanti a tale idea potrebbero come minimo indignarsi!
E ancora: il protagonista, Luc Simard, che viene descritto come un vero tombeur de femmes, davanti alla sua ex fidanzata è più un giovane Werther con tutti i suoi dolori piuttosto che un Giacomo Casanova Perché, visto che è lui che ha deciso di mettere fine alla loro storia? Quando, di grazia, decide di spiegare nel dettaglio cosa sia mai successo, invece di lasciare frasi a metà e aspettarsi che il lettore ne interpreti laltra?
Ci si aspetta molto, molto di più, insomma, da uno scrittore che è stato lexploit del 2010
Forse proprio questo, cioè che non sia solo un mero exploit, ma che appassioni i lettori romanzo dopo romanzo, e non che viva di rendita per la riuscita dei primi dueDan Brown non ha insegnato nulla?
La mappa del destino
giorgia bracchetti - 02/01/2013 07:12
3/
5
Sinceramente mi hanno più coinvolto e mi sono piaciuti di più i primi due. Comunque rimane un buon romanzo.
La mappa del destino
Anonimo - 30/10/2012 10:45
2/
5
Mah, sinceramente non mi ha affatto convinto. Carini i salti temporali per spiegare il tutto, ma il finale è sinceramente ridicolo. Gli altri mi erano piaciuti, ma questo proprio no.
La mappa del destino
Anonimo - 30/08/2012 19:37
3/
5
sinceramente molto inferiore dei primi due, comunque discreto. la trama non molto avvincente, però scorre abbastanza bene.
La mappa del destino
Anonimo - 30/08/2011 19:06
4/
5
Il mio giudizio sul libro "La mappa del destino" è assolutamente ottimo. Molto avvincente la storia, la cui particolarità è quella di svolgersi in epoche diverse, partendo addirittura dalle preistoria per arrivare fino ai giorni nostri, passando, tra l'altro, per il Medioevo e per le due guerre mondiali del Novecento; se questa architettura narrativa avrebbe, almeno potenzialmente, rendere il racconto piuttosto lungo ed al tempo stesso colmo di lacune e di "periodi bui", ciò in realtà non avviene, ed anzi anche la riscostruzione storica delle diverse epoche storiche appare piuttosto veriteria, o se non altro, almeno verosimile.
Unico punto su cui si può discutere è forse la storia raccontata, che non risulta avere particolari elementi di innovazione rispetto ad altri libri dello stesso genere; in ogni caso questa di presenta ricca di avventure, rivelazioni e colpi di scena tali da far si che l'appassionato del genere medesimo sia "rapito" dalla lettura di questo romanzo di Glenn Cooper.
La mappa del destino
Anonimo - 16/08/2011 14:35
1/
5
Libro scritto bene, si legge in modo molto fluido. Il racconto spazia dal passato al presente in un crescendo di colpi di scena abilmente orchestrati. Ad un certo punto purtroppo si intuisce dove andrà a parare l'autore, ma si riprende abbastanza in fretta. Buoni i riferimenti alla genetica anche per una biologa.
La mappa del destino
Anonimo - 27/02/2011 18:05
1/
5
Fantastico Glenn Cooper! Non smentisce l'abilità di trattenere il lettore col fiato sospeso fino all'ultima riga! Del resto buon sceneggiatore non mente!
La mappa del destino
Anonimo - 06/02/2011 21:06
5/
5
Glenn Cooper è diventato ufficialmente uno dei miei autori preferiti! Ho letto il libro in soli due giorni trascinato dall'abilità di questo scrittore, capace di farti sentire come uno spettatore che assiste direttamente alle scene narrate, e dalla trama alquanto originale e per niente scontata!
La mappa del destino
Anonimo - 27/01/2011 21:38
4/
5
E' il primo libro che leggo di Glenn Cooper e non è collegato con i due libri precedenti, per cui si legge tranquillamente senza problemi.
La prima cosa che mi sono chiesta è il motivo per il quale non hanno mantenuto il titolo originale: trovo sia molto più pertinente rispetto a quello italiano. Ma non importa, perché invece la copertina mi piace molto.
Le vicende sono narrate in terza persona e il protagonista (che domina per gran parte del romanzo) è Luc Simard, un noto archeologo amante del proprio lavoro (forse avrei speso qualche parola in più per la sua caratterizzazione che risulta monodimensionale: praticamente oltre alla descrizione di un archeologo dedito al lavoro e amante delle belle donne non traspare molto altro).
La narrazione si sposta abilmente tra varie epoche: ai giorni nostri, medioevo ed epoca preistorica.
Coinvolgente, scorrevole, buon ritmo, ricco di suspance e azione, colpi di scena ben piazzati, interessanti e curate le ricostruzioni storiche (non c'è da meravegliarsi considerati gli studi dello scrittore).
Ma sarà il lettore ad avere il quadro completo della situazione infatti molti aspetti rimarranno un'enigma per lo stesso Luc. Non manca il risvolto romantico ma è decisamente molto marginale e la cosa non mi dispiace.
Un thriller godibilissimo (da ombrellone o da sere invernali) con una trama intelligente, originale e un finale inaspettato. Sicuramente recupererò gli altri libri di quest'autore.
bormio - 31/03/2015 01:23
antonella mangano - 12/10/2013 12:42
giorgia bracchetti - 02/01/2013 07:12
Anonimo - 30/10/2012 10:45
Anonimo - 30/08/2012 19:37
Anonimo - 30/08/2011 19:06
Anonimo - 16/08/2011 14:35
Anonimo - 27/02/2011 18:05
Anonimo - 06/02/2011 21:06
Anonimo - 27/01/2011 21:38