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La paranza dei bambini

Roberto Saviano
pubblicato da Feltrinelli

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La paranza dei bambini è il primo vero romanzo di Roberto Saviano. Se per Gomorra Saviano aveva dato vita a un personale genere letterario fra inchiesta giornalistica e fiction, questo nuovo libro può essere considerato il suo esordio nella narrativa. E tuttavia, si tratta pur sempre di una narrativa perfettamente calata nella spietata realtà di cui Saviano da molti anni si occupa: quella delle città oramai pervase dal potere malavita organizzata.

La paranza è la barca della pesca a strascico, quindi metafora di morte che sorprende l’innocenza con l’inganno della luce. Ed è anche il nome in gergo utilizzato per indicare gruppi armati allineati alla Camorra e spesso in guerra fra loro per il controllo di strade e quartieri. Quella dei bambini, poi, è una paranza particolare: ne fanno parte adolescenti. Ragazzi di quattordici, quindici anni, figli di famiglie ordinarie. Hanno bei vestiti e tatuaggi sul dorso (come quello in copertina). Ma stanno già imparando a usare le pistole e i kalashnikov, a non aver paura nemmeno della morte, e a combattere battaglie a cavallo degli scooter. Sul campo, i loro nemici e i loro alleati sono le altre paranze, guidate da malviventi più anziani e non più svelti come questi ragazzini impazienti, che invece fremono di rabbia ed energia.

Così, nella Paranza dei bambini, Roberto Saviano ritrae le storie di Nicolas Fiorillo e della violenta e giovanissima banda da lui guidata. Ma è solo invenzione o casomai realtà sin troppo cruda e poco nota? Per saperlo, occorre leggere questo romanzo straordinario, necessario e crudele, la nuova inesorabile denuncia di un grande scrittore italiano.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani

Editore Feltrinelli

Collana I narratori

Formato Brossura

Pubblicato 10/11/2016

Pagine 347

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788807032073

18 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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La paranza dei bambini gio1999l

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voto 5 su 5 Libro che racconta la realtà senza censure e pregiudizi. Questo libro conferma la conoscenza di questi temi da parte di Saviano.
La paranza dei bambini laura_cl1

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voto 4 su 5 Roberto Saviano mette il lettore di fronte alla verità, nuda e cruda, senza falsi lieti fini. Sembra che i suoi libri dicano questo è quello che succede fuori da casa tua: vuoi continuare a ignorarlo o vuoi fare qualcosa? Il romanzo narra le vicende di alcuni amici che vogliono creare un loro gruppo che domini su Forcella. È triste vedere come questi bambini (dagli 8 ai 12 anni) aspirino alla malavita, a fregare gli altri e a pretendere il rispetto. Perché nessuno di loro spera in un futuro alternativo? Perché chi lavora e fatica onestamente, è uno sfigato da compatire? Questo romanzo parla di una generazione persa, senza prospettive di arrivare all'età adulta, formata da bambini che giocano a fare i grandi. Il luogo, dove è ambientato il libro non è una città normale ma una zona di guerra, spartita dai maggiori boss che si dividono le piazze per la droga e le estorsioni. Fuori dal nostro uscio di casa potrebbe succedere la stessa cosa. #lamiarecensione -
La paranza dei bambini serena06081985

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voto 3 su 5 Il libro ricorda nella sua struttura il genere del romanzo di formazione nel quale, nella sua accezione più classica, si racconta la storia di un personaggio che in seguito ad un percorso di crescita raggiunge una sorta di evoluzione personale. Nella paranza dei bambini il traguardo non porta però ad un innalzamento morale, ma al suo esatto contrario. Capitolo dopo capitolo il protagonista Nicolas Fiorillo, detto il Marajà, sviluppa sempre più le caratteristiche di un perfetto capo clan, ogni avvenimento che lo coinvolge è una sorta di cruda prova da superare per raggiungere quello che sembra essere l'obiettivo ambito ma anche il punto darrivo predestinato per i personaggi di questa storia. Si percepisce, infatti, un senso di ineluttabilità nel destino di questi ragazzi, non c'è moralità nelle loro azioni; è come se ogni fatto fosse in qualche modo parte di un processo naturale prestabilito che non lascia spazio alla coscienza o all'etica od ad una qualsiasi alternativa. È un po' come il leone che mangia la gazzella con il solo fine di fare in modo che il ciclo vitale della sua realtà non s'interrompa. Saviano avverte il lettore fin dalle prime pagine sul mondo nel quale ci si sta immergendo: il libro, infatti, si apre con una scena piuttosto cruda, quasi cinematografica nella sua descrizione, ambientata nel cortile della scuola dove un ragazzo viene umiliato davanti allo sguardo inerte dei compagni per aver messo un like sulle foto della ragazza del boss pubblicate su Facebook. Questo è il primo passo per far capire chi comanda, per stabilire i confini, per guadagnarsi il rispetto, per diventare temibili e quindi potenti. Si tratta di un'escalation che vede questo gruppo di bambini, passo dopo passo, correre alla conquista della città scendendo a qualsiasi compromesso: anche la vita umana perde il suo valore di fronte allo scopo più alto di comandare Napoli. Ed è proprio il finale che sembra ribaltare le logiche su cui poggiava l'intero romanzo, le logiche espresse egregiamente da Nicolas nel breve saggio redatto per compito scolastico dove spiega che il genere umano si divide in due categorie: i fottuti e i fottitori, i primi saranno sempre le vittime dei secondi. Ma come citava Totò nella sua nota poesia, A morte `o ssaje chede?è una livella, ed è proprio il finale inaspettato rovescia tutti gli equilibri costruiti e riporta tutti nella stessa dimensione di vittima, di sconfitto, di antieroe. A dare carica alla lettura e al susseguirsi degli eventi uno stile diretto, intercalato da dialoghi in napoletano, da espressioni colloquiali che ricalcano in qualche modo il bozzetto paesano, l'atmosfera di quartiere, la vita di strada. La paranza per bambini è un libro che mi sento di consigliare perché offre uno spaccato attuale di uno strato di società che sappiamo esiste ma di cui spesso ignoriamo le dinamiche, è una sorta di specchio che ti costringe a guardare più a fondo e ti porta a rivalutare i meccanismi che stanno dietro all'apparenza delle cose. #lamiarecensione -
La paranza dei bambini giovannileuci

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voto 2 su 5 Un'occasione persa e spiego subito perchè: la storia è davvero innovativa per il genere ed accattivante - la conquista del territorio criminale in una Napoli flaggelata da guerre tra clan rivali da parte di un gruppo (la paranza, appunto) di ragazzini-adulti che vogliono bruciare le tappe e non aspettare il loro tempo, ma purtroppo è resa nel peggiore dei modi. I personaggi sono scarsamente cartatterizzati eccezzion fatta per il protagonista e solo per la sua smisurata ambizione criminale; il libro è pieno di errori (è mancato un serio revisore di bozze?, abituati ad un genere che sforna libri e produzioni attente ai minimi dettagli, si resta delusi a vedere tante sbavature); l'uso di uno slang mezzo (anche meno) dialetto napoletano e mezzo italiano con l'uso di frasi improbabili (ne cito una senza spoilerare più di tanto: nel corso di una delle scorribande in armi, il protagonista dice ad un suo giovane complice "attingilo alle gambe", forse questo verbo non si trova nemmeno più nei verbali di polizia). Il progetto editoriale sarebbe risultato vincente con una maggiore cura ma probabilmente sia l'autore che l'editore avevano fretta di far uscire quello che comunque è un best seller. Aggiuno una stella per il finale che lascia degli spunti di riflessione. Se avete altro da leggere lasciate perdere. #lamiarecensione -
La paranza dei bambini luigi.amato123

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voto 4 su 5 Risulta difficile credere alla professione di fiction che lo scrittore attribuisce a questo suo ultimo libro, perché le vicende narrate riportano sicuramente e soprattutto realisticamente ad una quotidianità complessa e concreta che avviluppa con brutalità la città di Napoli e l'intera Campania, raccontandoci con dovizia di particolari le imprese di orde di camorristi bambini che colpiscono al cuore la dignità della città partenopea. "La paranza dei bambini" potrebbe essere definito un romanzo di formazione criminale, antesignano di un nuovo genere che si colloca tra la letteratura delle favelas ("La città di Dio" di Paulo Lins), il genere picaresco e il romanzo criminale, mettendo il lettore di fronte ad un incubo reale che minaccia la sua vita, i suoi spazi e la sua famiglia, ricordandogli come un colpo in pieno viso le diverse anime partenopee che per sua sfortuna si intersecano e si scontrano costituendo un ostacolo insormontabile al cambiamento da più parti evocato. Nel libro di Saviano ci sono tutti i miti dei giovani criminali, intenti a trasformare le aberrazioni ludico socio-virtuali con le quali si trastullano in porzioni di realtà ove l'apprendimento balistico si sposa con le armi giocattolo dei videogiochi e i colpi di fuochi d'artificio che tanto animano la Napoli dei cosiddetti uomini d'onore. La feroce determinazione del Maraja, il personaggio principale del romanzo, ragazzino di buona famiglia - il padre insegnante di educazione fisica, la madre proprietaria di una lavanderia, il fratellino idolatrante che cresce nel suo mito - lascia sconcertati perché reale e accomunante una nuova generazione in cammino che vuole tutto e subito, brucia le tappe non conosce il passato vivendo in un tragico presente infarcito di miti negativi ma capovolti nello specchio distorto della loro esistenza in una girandola o per meglio dire gimkana, il cui finale non potrà che essere la morte di tutto: gioventù, coscienza, vita. La modernità resta tristemente alla finestra in questo amaro romanzo, inchinandosi alla riproposizione in chiave moderna dei codici camorristici di triste memoria che sebbene diventino il tatuaggio o la barba lunga o, come direbbe qualcuno, da hipster, tornano ad essere il patto di sangue e la fedeltà assoluta alla famiglia o, per meglio dire, alla paranza. Anche i vecchi devono inchinarsi al passaggio di testimone causa il confino forzato domiciliare - l'arcangelo - o per l'essere sacrificati sull'altare del nuovo crimine che avanza - Roipnol - lasciando spazio ai giovani in una sorta di cambio generazionale arido, miserrimo terrorifico e presago di non poche sventure. #lamiarecensione
La paranza dei bambini thomas90

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Perché la decisione di esprimere un mio parere su questo terzo romanzo di Saviano? Perché amo condividere le mie opinioni e credo che La Paranza dei Bambini trasmetta riflessioni e forti emozioni, così come le trasmette il suo autore, Saviano, persona di indubbio carisma, con la volontà attraverso la sua scrittura di incidere nella carne del reale come ha lui stesso dichiarato. Saviano scrive per immagini, per suoni (il dialetto) in maniera cruda, tagliente, con immagini incisive, dove innocenza e violenza convivono in maniera disarmante. Il ritmo narrativo è intatto senza cadute, dallinizio alla fine, incalzante come gli eventi che questi ragazzi vivono. Inizialmente mi ha intrigato il titolo del romanzo, titolo che Saviano motiva in maniera magistrale nellintroduzione paranza è nome che viene dal mare, sono le barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce, pesci piccoli, da cacciare, da ammazzare: questa banda di quindicenni napoletani figli della piccola borghesia distratta. Non sono ragazzi di periferia, non sono gli ultimi di pasoliniana memoria, né figli di proletari. Sono ragazzi dimenticati dagli adulti, freddi e spietati quindicenni normalissimi, i criminali che non ti aspetti, intelligenti e spesso bravi a scuola ma dediti poi allestorsione, spavaldi, senza scrupoli, ragazzi che credono che denaro facile e violenza equivalgano allunico modo per affermarsi. Esistono solo fottuti o fottitori, o sei luno o sei laltro, nientaltro Se i personaggi sono immaginari, autentica è la realtà sociale che li produce.
La paranza dei bambini marilenab82gmailcom

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Stavolta Saviano ha scritto un romanzo,una di quelle storie che ti catturano e non ti fanno chiudere il libro finché non è terminato.Napoli e i suoi ragazzi,piccoli ragazzi,a volte bambini che si atteggiano a mafiosi vissuti.Armi,spaccio,promesse di onore e di sangue.Grandi Boss che danno credito e potere a questi bambini che in mano però non hanno armi giocattolo, ma armi vere.Loro vivono e crescono pensando che quella sia la normalità,e per sopravvivere devi diventare qualcuno"senza una piazza non sei nessuno".Il protagonista è un capo,lo sa,lui sa cosa vuole e come ottenerlo,senza scrupoli per nessuno! Una frase che mi ha fatto pensare nel libro è stata"il pentito non è mai veramente pentito,ha solo trovato un altro modo di uccidere,non con le armi ma con le parole" ho sempre pensato che chi collabora sia davvero pentito,in realtà probabilmente braccato trova un altro modo per continuar quello che faceva fuori.A legger questa realtà ci sembra irreale,un mondo lontano, inventato ma poi basta sentire il telegiornale e ci si rende subito conto che non è poi così finto quel che Saviano ci racconta!
La paranza dei bambini dandiroma1989

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voto 5 su 5 Qualcosa di spettacolare..sintassi fluida e semplice. Saviano parla della realta'(ALTRO CHE ROMANZO),dove tutti vogliono tutto e subito. Il denaro,le donne,le belle macchine e tutto cio' che di lussurioso esiste si ottiene con la fatica, il sudore,l'umilta'e soprattutto la PAZIENA..virtu' che ormai possono considerarsi OBSOLETE.
La paranza dei bambini gerardoiandoli

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Saviano dimostra di essere uno scrittore capace, di avere uno stile personale e di essere in grado di creare un intreccio classico, pur non rinunciando alla sua operazione 'didattica', in cui cerca di mostrare e spiegare il mondo nascosto della malavita di Napoli. Ci si dimentichi delle strutture innovative presenti negli altri testi: questo è altro, tant'è che potrebbe piacere a chi non l'ha mai amato. "La paranza" è un romanzo di formazione, uno dei generi romanzeschi più importanti e dalla tradizione più antica. Nel romanzo di formazione classico, il ragazzo viene accompagnato fino alle soglie dell'età adulta: le varie peripezie costruiscono l'intreccio e allo stesso tempo ci mostrano le tappe della crescita del protagonista. Di solito il romanzo termina con un evento che, simbolicamente, sancisce il passaggio all'età adulta. Ma già nell'Ottocento, questa struttura fu messa in discussione grazie a dei romanzi in cui si mostrava come non sempre l'esperienza sia capace di far crescere e che, anzi, il più delle volte la formazione giovanile si conclude alle soglie della mediocrità. Qui è diverso: questa è la storia di un successo, ma di un successo che si gioca con regole diverse da quelle normali. Questa è una formazione malvagia del protagonista Nicolas, di cui osserviamo tutte le varie fasi che lo porteranno a essere un camorrista. Il testo è lento, ma questa lentezza è necessaria. Il passaggio al mondo del male è graduale, non precipitoso, fatto di tante piccole scelte fatali e non di un unico grande evento che conduce alla dannazione. In più, di Nicolas ci stupisce la normalità: è un ragazzino dai gusti mediocri, si direbbe 'cafoni', in cui tutto si limita ai vestiti alla moda e all'ostentazione della ricchezza. Uno dei tanti ragazzini vittima del consumismo. La differenza è che Nicolas vuole la ricchezza più degli altri, a costo di agire fuori dalla legge. Ciononostante, Nicolas non è senza regole, anzi: si muove e agisce in maniera razionale, strategica, ma segue la logica del mondo criminale e dei codici d'onore. Ma non si è più nel mondo romantico, ma in quello virtuale: tutti i riti di passaggio nel mondo camorristico sono ripresi dal mondo dei film e dei videogiochi. Saviano ci mostra come l'immaginario della violenza si sia aggiornato, che non si può continuare a pensare la Camorra attraverso il mito della guapperia. Ed è questo volersi esercitare nel virtuale per prepararsi alla violenza reale che stupisce, mostrandoci questi ragazzini non diversi dagli altri: semplicemente, loro realizzano quello che tutti gli altri si limitano a fare su uno schermo. Mentre il resto del mondo desidera, loro si vanno a prendere ciò che desiderano. Ma, una vita alla ricerca dell'oggetto, trasforma in oggetto anche ciò che non lo è: le amicizie si bloccano all'interno di regole ferree, l'ideale del guadagno diventa la vera metafisica di questo mondo che per soldi rinuncia alla compassione amicale, all'affettuosità di chi è cresciuto insieme. Se prima Saviano era più didascalico, ora si fa più narrativo: se deve spiegare un aspetto della vita malavitosa, non lo fa più come se stesso scrivendo un pezzo giornalistico, ma lo inserisce in un racconto. Ad esempio, per spiegare un nuovo tipo di cocaina, crea una scena di gioco tra i due paranzini. Per questo si può dire che Saviano, ora, è propriamente uno scrittore.
La paranza dei bambini mar.gala

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voto 4 su 5 Per la prima volta Roberto Saviano scrive un romanzo di finzione. In realtà, pagina dopo pagine, ti ritrovi a chiederti la finzione dove sia. Forse è negli eccessi narrativi, nelle immagini crude e paradossali di cui i nostri occhi si nutrono in abbondanza attraverso le serie tv. Verrebbe da chiedersi se c'è davvero bisogno di tutto questo, se Napoli potrebbe farne volentieri a meno. Beh, credo di no. Napoli farebbe volentieri a meno di tutto ciò a cui l'autore si è ispirato.
La paranza dei bambini fabiocataldi

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voto 4 su 5 Rispetto al blasonato Gomorra, questo è un vero e proprio romanzo. Non giudico la verosimiglianza dei personaggi, non conoscendo direttamente la realtà napoletana. I bambini descritti nelle pagine di Saviano sono bambini solo anagraficamente. Sono, di fatto, criminali adulti, in ascesa. La lettura è scorrevole, convincente. Io l'ho apprezzato parecchio.
La paranza dei bambini mvalentini1966

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voto 5 su 5 Roberto Saviano non ha perso il contatto con la polvere e la strada e con quei meccanismi tentacolari e terrificanti che ha raccontato da "Gomorra" in poi. La Paranza del titolo è quella raccolta a strascico che incastra nella rete pesci piccoli, leggeri come piume e che in quella rete immaginaria e criminale si sentono squali. La sua visione è romanzesca, non è un saggio ma un romanzo; sembra un romanzo, però, perchè poi, ci si accorge, leggendo le cronache di questi giorni, che Saviano aveva percepito quale meccanismo stava allagando di fiele e di morte i vicoli e la periferia non estrema ma borghese della città di Napoli. L'ha romanzata, aspettando disperatamente che la realtà superasse la sua (straordinaria) fantasia. Un romanzo che scorre sotto le dita senza placarsi mai, la violenza come sistema di comunicazione, alternata alle bulimiche e melense frasi d'amore sulle chat di questi adolescenti a cui è stata rubata la vita con l'illusione di vivere al massimo. Per conquistare un "privè" nel locale giusto, per disprezzare chi "fatica" onestamente, per sperperare strafottenti un anno di stipendio dei padri in una gita a Capri in barca, per sfiorare e sbattere contro la morte. Un libro imperdibile. #lamiarecensione
La paranza dei bambini francescopaolo.bellis

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voto 3 su 5 Saviano questa volta graffia in misura minore rispetto sia a Gomorra che a Zero zero, soprattutto perché lascia aperto il finale lasciandoci la sensazione che ci saranno altre puntate. Era difficile, probabilmente, condensare la storia in un solo libro, una storia di formazione al contrario, formazione negativa, che non si apre al futuro ma si riavvolge su se stessa, e non lascia dubbi su quale esito avrà. E' storia vera,cruda,di anime lasciate a se stesse, di anime che si specchiano in idoli di cartapesta, anime tatuate di malvagità, certo, ma anche di quei simboli che tutti noi conosciamo: l'abbandono dello Stato, la sua resa, l'impossibilità di cambiare (o di voler cambiare) una situazione ormai degenerata. La paranza è lo strascico, ma è anche la rete in cui restano impigliati tutti questi ragazzi che, magari, avrebbero potuto scegliere una sorte differente se solo tutti noi lo avessimo permesso...
La paranza dei bambini elvira32

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voto 4 su 5 Ci si immerge immediatamente nelle vicende chiedendosi sempre dove sta il confine tra la finzione e la cronaca e ci si affeziona subito ai personaggi, nella loro crudele quotidianità. Maraja, Dentino, Lollipop, Drone e tutti gli altri quindicenni, legano, fin dalle prime pagine, il lettore alle loro emblematiche personalità. Bellissimo il mix tra litaliano ed il dialetto perché permette a tutti di comprendere bene la narrazione ma, al tempo stesso, dà carattere al libro. Bello. Triste di sicuro. Pagina dopo pagina lascia amarezza e non speranza. Da leggere.
La paranza dei bambini frankzt73

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Il romanzo è come un puzzle, costruito su eventi di cronaca, legati al mondo della camorra e del malaffare della città partenopea. L'autore rielabora il tutto, traendone la trama di un romanzo che da un lato appassiona il lettore, e dall'altro denuncia le contraddizioni di una città che spesso sembra essere abbandonata a se stessa.
La paranza dei bambini roccsimone

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voto 5 su 5 E' il primo libro si Saviano che leggo e l'ho trovato interessante, bello e realistico. Ho seguito anche la presentazione del libro che Roberto Saviano ha tenuto a Bologna lo scorso dicembre che mi ha spinto a leggere il libro. Con questo romanzo Saviano ti porta con mano a conoscere la realtà di un gruppo di adolescenti partenopei che tralasciano la scuola per dedicarsi a scorrerie nei vicoli di Napoli, con propri scooter e alla ricerca di soldi facili attraverso estorsione, violenza, intimidazione e uso delle armi. Soldi che a questa nuova genererazione serve per fare la "bella vita": acquisti telefonini, scarpe firmate e abbigliamento all'ultimo grido, e perchè no, anche una bella gita, a bordo di uno yacht, una sera nel golfo di Napoli. La paranza è comandata da Nicolas Fiorillo, soprannominato "O' Maraja", che fa alleanze con ogni personaggio e famiglia malavitosa napoletana per procurarsi armi e gestire territori dove vendere droga e estorcere denaro soprattutto agli ambulanti di colore, senza avere rimorsi per l'uso delle armi e di uccire qualcuno. Alla fine, dopo che sei dentro alla storia e la vivi momento per momento come un film ....... BUONA LETTURA. Lo consiglio
La paranza dei bambini cassone.leonardo

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voto 5 su 5 #lamiarecensione. «Bambini li chiamavano e bambini erano veramente. E come chi ancora non ha iniziato a vivere, non avevano paura di niente, consideravano i vecchi già morti, già seppelliti, già finiti. Lunica arma che avevano era la ferinità che i cuccioli duomo ancora conservano. Animaletti che agiscono distinto. Mostrano i denti e ringhiano, tanto basta a far cacare sotto chi gli sta di fronte». Dieci personaggi, che vivono nel quartiere Forcella di Napoli, dai soprannomi stravaganti: Maraja (il capo), Briato, Tucano, Dentino, Drago, Lollipop, Pesce Moscio, Stavodicendo, Drone, Biscottino e Cerino, che utilizzano un idioma stravagante (inventato ad hoc) e che, ne siamo certi, entreranno immediatamente nell'immaginario collettivo delle nuove generazioni e non solo. Esattamente comè accaduto ai personaggi della serie televisiva Gomorra che è citata persino da questi boss in edizione tascabile come fonte dispirazione. Autocelebrazione? Quadratura di un cerchio, probabilmente. Sì, perché limpressione che si ha leggendo l'ultimo romanzo di Roberto Saviano La paranza dei bambini, appena pubblicato da Feltrinelli, è quella di trovarsi di fronte ai ragazzini in mutande del libro che imbracciano i fucili (e che rimandano alle crude immagini del film di Garrone), o alla banda composta di giovanissimi di Ciro Di Marzio nella serie tv. Solo che qui Saviano ha abbassato ancora lasticella delletà: i protagonisti non hanno ancora quindici anni. «Il nome paranza viene dal mare», ci spiega lautore nellincipit, utilizzando il termine come similitudine per spiegare questa banda in erba, che come la frittura «è lo scarto dei pesci che solo nellinsieme trova il suo sapore. Da soli non hanno prezzo, alcun valore, raccolti in un cuoppo di carta e messi insieme diventano prelibatezze». Ragazzi che coltivano due passioni: le citazioni cinefile, da Il Camorrista di Tornatore a Quei bravi ragazzi di Scorsese, passando ovviamente per Le iene di Tarantino, e i video games, su tutti Assassins Creed e Call of duty. A bordo dei loro motorini sfrecciano per le strade del centro storico della città, impavidi sfidano il futuro e la morte per andare a prendersi i soldi e il potere. Non vogliono essere schiavi di qualcuno, pretendono il rispetto da tutti, boss compresi, e lo faranno usando ogni mezzo illecito senza guardare in faccia nessuno. Sporcandosi le mani. Forcella, il luogo da dove parte il romanzo, è quasi dobbligo, perché «è materia di Storia. Materia di carne secolare. Materia viva», così comera dobbligo ambientare un romanzo del genere a Napoli, dove «non esistono percorsi di crescita: si nasce già nella realtà, dentro, non la scopri piano piano». Qui si muovono i baby gangster, che già in fasce hanno imparato ad assumere lo sguardo, che «è territorio, è patria, guardare qualcuno è entrargli in casa senza permesso. Fissare qualcuno è invaderlo. Non voltare lo sguardo è manifestazione di potere». E come prolungamento di quello sguardo, due strumenti: il linguaggio, che trova il suo apice in è tutto a posto, definita dallautore «lespressione universale. Limmagine del tutto che va secondo lordine stabilito», e le armi, che «sono fatte per i bambini». Roberto Saviano è ormai diventato un personaggio che divide: idolatrato da un esercito di ammiratori o bersagliato da chi lo ritiene troppo star, tuttologo e prezzemolo di ogni minestra, che getta fango sulla sua Napoli solo per tirarci su un bel po di soldi. Resta che La paranza dei bambini (a proposito, splendida la copertina) è un romanzo brutale, che non lascia scampo e, soprattutto, scritto magnificamente. O guaglione sa scrivere.
La paranza dei bambini danilalombardi

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voto 4 su 5 Molto bello. Da leggere, lo consiglio.
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